Franco Cardini, Il turco a Vienna, Laterza, 2011, 28,00 €
La capitale dell'impero, l'esercito cristiano contro l'esercito turco, due mesi di assedio, una splendida domenica di gloria.
«Cominciò così la grande battaglia attorno alle mura di Vienna. Era il
12, nel giorno di domenica benaugurante per i cristiani. Alle quattro
del mattino, re Giovanni insieme con il figlio Jakub servì personalmente
e con devozione la messa celebrata da frate Marco nella cappella
camaldolese. Lo scontro si protrasse fino a sera per concludersi
trionfalmente in Vienna liberata; all'alba del giorno dopo, sotto il
ricco padiglione del gran visir conquistato dalle sue truppe che stavano
saccheggiando il campo ottomano, Giovanni III poteva scrivere una
trionfante lettera alla sua regale consorte. Terminava così, dopo due
lunghi mesi, l'incubo dell'assedio alla prima città del Sacro Romano
Impero e capitale della compagine territoriale ereditaria asburgica. Con
esso, l'ultima Grande Paura provocata da un assalto ottomano a una
Cristianità peraltro tutto meno che unita.»
La Francia del Re Sole è restata in disparte, ostile. La Russia di
Pietro il Grande ha assistito guardinga. L'Inghilterra, il mondo
baltico, la stessa cattolicissima Spagna si sono mantenuti lontani dal
teatro di guerra che ha visto la croce lottare contro la mezzaluna. Solo
un monarca musulmano, lo shah di Persia, sembra esultare senza riserve
per la sconfitta del collega ottomano.
È stata davvero una grande giornata, quel 12 settembre 1683, fondamentale per la storia dell'Europa moderna.
Se noi risolviamo i problemi della fede col metodo della sola autorità, possediamo certamente la verità, ma in una testa vuota! (San Tommaso)
mercoledì 28 dicembre 2011
sabato 24 dicembre 2011
Mappe di Terra Santa dal '500 al '700
Francesco Pettinarolo, Terra della parola. Mappe di Terra Santa dal '500 al '700, Terra santa, 2011, 12,00 €
"La passione e l'interesse per la cartografia e la stima per il lavoro della Custodia di Terra Santa, hanno fatto sì che in occasione dell'apertura della nuova Libreria Terra Santa a Milano mi decidessi a realizzare questo piccolo catalogo, che non vuole essere un manuale cartografico, ma vuole presentare, attraverso una ventina di mappe, il percorso e l'evoluzione della cartografia sulla Terra Santa nel corso dei secoli. Dobbiamo ricordare che la Terra Santa è il soggetto della prima mappa stampata della storia (mappa che è inclusa nel Rudimentum Novitiorum sive chronicarum historiarum epitome di Lucas Brandis de Schass, Lubecca, 1475) e che per molti secoli la Terra Santa è stata il soggetto più importante della cartografia. Per ebrei e cristiani, per i quali la Bibbia è il fondamento della fede, Gerusalemme era e rimaneva la Città eterna e, di conseguenza, il centro del mondo, non solo dal punto di vista spirituale, ma anche materiale; le descrizioni medievali della Terra esprimevano bene questo pensiero inserendo Gerusalemme al centro di fantasiose mappe circolari che la rappresentavano come l'ombelico del mondo". (dall'Introduzione di Francesco Pettinaroli). Il volume raccoglie le immagini e la descrizione di oltre 20 mappe antiche a stampa provenienti dalla collezioni Pettinaroli di Milano (tra gli altri di Tolomeo, Ortelio e Mercatore), da quelle xilografiche più antiche ed essenziali, a quelle più decorative e figurate dell'età barocca.
"La passione e l'interesse per la cartografia e la stima per il lavoro della Custodia di Terra Santa, hanno fatto sì che in occasione dell'apertura della nuova Libreria Terra Santa a Milano mi decidessi a realizzare questo piccolo catalogo, che non vuole essere un manuale cartografico, ma vuole presentare, attraverso una ventina di mappe, il percorso e l'evoluzione della cartografia sulla Terra Santa nel corso dei secoli. Dobbiamo ricordare che la Terra Santa è il soggetto della prima mappa stampata della storia (mappa che è inclusa nel Rudimentum Novitiorum sive chronicarum historiarum epitome di Lucas Brandis de Schass, Lubecca, 1475) e che per molti secoli la Terra Santa è stata il soggetto più importante della cartografia. Per ebrei e cristiani, per i quali la Bibbia è il fondamento della fede, Gerusalemme era e rimaneva la Città eterna e, di conseguenza, il centro del mondo, non solo dal punto di vista spirituale, ma anche materiale; le descrizioni medievali della Terra esprimevano bene questo pensiero inserendo Gerusalemme al centro di fantasiose mappe circolari che la rappresentavano come l'ombelico del mondo". (dall'Introduzione di Francesco Pettinaroli). Il volume raccoglie le immagini e la descrizione di oltre 20 mappe antiche a stampa provenienti dalla collezioni Pettinaroli di Milano (tra gli altri di Tolomeo, Ortelio e Mercatore), da quelle xilografiche più antiche ed essenziali, a quelle più decorative e figurate dell'età barocca.
Mille anni a Camaldoli
Tonino Ceravolo, Mille anni a Camaldoli, Rubbettino, 2011, 48,00 €
Da mille anni, situata al centro della Foresta del Casentino, in provincia di Arezzo, la comunità monastica di Camaldoli è luogo di incontro tra uomini assetati di Dio e un Dio che in Cristo si è messo sui passi dell’umana avventura. Luogo di preghiera. Luogo di ricerca. Luogo di dialogo. Ed è un ininterrotto dialogo ad alimentare la vita dei camaldolesi: dialogo tra la vita eremitica di monaci che vivono in celle separate e si ritrovano insieme solo per la preghiera e quella cenobitica di monaci che vivono nel medesimo spazio conventuale. Tra le due esperienze che costituiscono la vita dei camaldolesi — l’eremo e il monastero — sta lo spazio di una natura incontaminata, splendida in ogni stagione dell’anno, che ricorda che Dio si lascia incontrare soprattutto nel silenzio. Ma Camaldoli è soprattutto un luogo che, nel passare dei tempi e dei costumi, continua a celebrare il sacramento dell’ospitalità, quella autentica che sa toccare e aprire il cuore anche dell’ultimo arrivato. Qui si sono riuniti i grandi del Rinascimento fiorentino, qui dai primi del Novecento si incontrano gli Universitari della Fuci, qui provano da trent’anni a meglio conoscersi Ebrei e Cristiani. Qui - da mille anni - si danno appuntamento anime pensose del mistero di Dio e del mistero dell’uomo. Da oggi, lo spirito di Camaldoli rivive nelle pagine di questo straordinario volume, il primo interamente dedicato a Camaldoli. Circa 300 pagine tutte a colori, arricchite dalle immagini del celebre fotografo spagnolo Fernando Moleres che aiuteranno il lettore a percorrere un itinerario di intensa spiritualità ma anche di grande bellezza e forza espressiva. I testi, alcuni dei quali scritti dagli stessi monaci, ricostruiscono la storia di Camaldoli e del suo insediamento monastico. Un’intera sezione è riservata ai tesori d’arte e librari custoditi nel monastero, molti dei quali finora assolutamente inediti. Ampio spazio è dedicato infine alla spiritualità camaldolese e alla sua specificità.
Da mille anni, situata al centro della Foresta del Casentino, in provincia di Arezzo, la comunità monastica di Camaldoli è luogo di incontro tra uomini assetati di Dio e un Dio che in Cristo si è messo sui passi dell’umana avventura. Luogo di preghiera. Luogo di ricerca. Luogo di dialogo. Ed è un ininterrotto dialogo ad alimentare la vita dei camaldolesi: dialogo tra la vita eremitica di monaci che vivono in celle separate e si ritrovano insieme solo per la preghiera e quella cenobitica di monaci che vivono nel medesimo spazio conventuale. Tra le due esperienze che costituiscono la vita dei camaldolesi — l’eremo e il monastero — sta lo spazio di una natura incontaminata, splendida in ogni stagione dell’anno, che ricorda che Dio si lascia incontrare soprattutto nel silenzio. Ma Camaldoli è soprattutto un luogo che, nel passare dei tempi e dei costumi, continua a celebrare il sacramento dell’ospitalità, quella autentica che sa toccare e aprire il cuore anche dell’ultimo arrivato. Qui si sono riuniti i grandi del Rinascimento fiorentino, qui dai primi del Novecento si incontrano gli Universitari della Fuci, qui provano da trent’anni a meglio conoscersi Ebrei e Cristiani. Qui - da mille anni - si danno appuntamento anime pensose del mistero di Dio e del mistero dell’uomo. Da oggi, lo spirito di Camaldoli rivive nelle pagine di questo straordinario volume, il primo interamente dedicato a Camaldoli. Circa 300 pagine tutte a colori, arricchite dalle immagini del celebre fotografo spagnolo Fernando Moleres che aiuteranno il lettore a percorrere un itinerario di intensa spiritualità ma anche di grande bellezza e forza espressiva. I testi, alcuni dei quali scritti dagli stessi monaci, ricostruiscono la storia di Camaldoli e del suo insediamento monastico. Un’intera sezione è riservata ai tesori d’arte e librari custoditi nel monastero, molti dei quali finora assolutamente inediti. Ampio spazio è dedicato infine alla spiritualità camaldolese e alla sua specificità.
sabato 17 dicembre 2011
Lo Spirito Santo nella teologia ortodossa russa
Rowan Williams, Lo spirito testimone silenzioso. Lo spirito santo nella teologia ortodossa russa, Qiqajon, 2011, 10,00 €
Uno sguardo penetrante sulla teologia ortodossa del XX secolo e sull'azione dello Spirito nella vita della Chiesa e del credente. In questo saggio sullo Spirito santo l'autore, attraverso tre teologi ortodossi del XX secolo Florenskij, Bulgakov e Lossky -, ci offre una chiave di lettura fondamentale per riflettere su molte realtà della vita spirituale cristiana. Queste pagine ci conducono, infatti, a considerare temi quali il Regno, la profezia, la Trinità, la chiesa, l'umanità, la creazione, la libertà... a partire dall'adagio della tradizione orientale: "Scopo della vita cristiana è l'acquisizione dello Spirito Santo". Il cristiano, impegnato nella Chiesa e nel mondo, è così guidato anzitutto a discernere in ogni situazione che vive, personale o comunitaria, la testimonianza silenziosa dello Spirito per radicare in essa la propria presenza e azione.
Uno sguardo penetrante sulla teologia ortodossa del XX secolo e sull'azione dello Spirito nella vita della Chiesa e del credente. In questo saggio sullo Spirito santo l'autore, attraverso tre teologi ortodossi del XX secolo Florenskij, Bulgakov e Lossky -, ci offre una chiave di lettura fondamentale per riflettere su molte realtà della vita spirituale cristiana. Queste pagine ci conducono, infatti, a considerare temi quali il Regno, la profezia, la Trinità, la chiesa, l'umanità, la creazione, la libertà... a partire dall'adagio della tradizione orientale: "Scopo della vita cristiana è l'acquisizione dello Spirito Santo". Il cristiano, impegnato nella Chiesa e nel mondo, è così guidato anzitutto a discernere in ogni situazione che vive, personale o comunitaria, la testimonianza silenziosa dello Spirito per radicare in essa la propria presenza e azione.
mercoledì 7 dicembre 2011
Detti dei Padri, dal Talmud
Paolo De Benedetti, Detti dei Padri (dal Talmud), Morcelliana, 2011
Il famoso libro del Talmud, "Pirqè avot", o i
Detti dei Padri, contenente la morale dei Maestri, è commentato da Paolo De
Benedetti, uno dei maggiori ebraisti contemporanei.
Con Paolo De Benedetti ci troviamo davvero in un “luogo di
incontro per sapienti”. Dove la sapienza, come spiega lui stesso in questo
libro, non è un conoscere intellettuale elargito dall’alto, ma una modalità
dell’ascolto e della parola, dell’interrogazione e del dubbio, dell’ironia e
della compassione.
Una sapienza riconoscibile nel piccolo trattato dei Pirqè
avot, o Detti dei padri, che è una collezione di massime sapienziali e morali
raccolte nella Mishnà (il nucleo di compilazione della legge orale che ha dato
luogo al Talmud). I “padri” sono autori vissuti, all’incirca, tra l’epoca di
Esdra (IV secolo a.e.v.) e il II secolo dell’era volgare. Anche se si tratta di
autori diversi vissuti in epoche diverse, ciò che sorprende è una uniformità di
stile, una modalità di suscitare attenzione e di ricondurla all’insegnamento
della Torà.
Uno stile in cui riconosciamo lo stesso Paolo De Benedetti,
nell’esercizio vivo e gioioso della conoscenza: quasi a tracciare una “catena
della ricezione” che, di generazione in generazione, passa dalla Torà ai detti
dei padri, alla tradizione rabbinica, giungendo nei secoli fino a noi.
(Gabriella Caramore)
Fede nella Chiesa?
Piero Stefani, Fede nella Chiesa?, Morcelliana, 2011
Che rapporto c'è tra fede e religione, sono complementari o
si oppongono? Se il cattolicesimo rivendica il suo esser religione - l'unica
vera - non si afferma in modo sempre più autonomo la fede come ciò che può
toccare ogni uomo, dentro o fuori della rivelazione? Dilemmi che non solo
riguardano l'essenza del cristianesimo, ma oggi, fra ritorno del
"religioso" e nuovi fondamentalismi, sono quanto mai attuali.
Come si declina il credere del singolo all’interno
dell’istituzione Chiesa? Si cerca qui di rispondere seguendo due binari: da una
parte interrogando i fondamenti stessi del cristianesimo, dunque formulando la
domanda come problema teologico; dall’altra osservando la pratica di vita del
cristiano nella Chiesa di oggi, con richiami all’attualità del Vangelo.
Il nocciolo teologico riconduce al paradosso di Karl Barth –
per cui Dio è il Totalmente Altro cui solo si può credere – e pone il serio
dilemma della dialettica fra religione e fede, nel senso non solo della
contrapposizione ma della complementarietà: come pensare infatti una scelta di
fede senza constatare l’anteriorità della religione? Una radice dialettica del
cristianesimo che si traduce anche nell’antinomia fra il nostro appartenere a
una Tradizione, che come tale si irrigidisce nell’ordine di una comunità
religiosa, e il nostro viverla come appello. Nelle diverse sfaccettature, le
riflessioni qui compiute convergono sulla categoria che fa del cristianesimo
una religione unica: la libertà. Una sfida teorica, che è anche un monito
all’agire: Ecclesia semper reformanda est.
Elogio della ricerca storica: Giovanni Miccoli
Grado Giovanni Merlo, Giovanni Miccoli. Elogio della ricerca storica, Morcelliana, 2011
Il fiato lungo di una ricerca si rivela nel suo metodo: se
questo nel corso del tempo sempre più si determina e supera la biografia
intellettuale di chi lo pensa, vuol dire che è già un modello per la stessa
disciplina. È il caso del modello storiografico di Giovanni Miccoli. Al mutare
degli oggetti della sua ricerca, si chiarifica la ragione che la guida: fare
storia significa pensare per problemi, e non parcellizzarla; vuol dire
riconoscerne i nessi, quelli ad esempio fra “storia della Chiesa” e “storia medievale”.
Nelle pieghe dell’epoca medievale vi sono elementi che si evolvono lungo le
epoche successive; mestiere dello storico è decifrarli. I cinque saggi di
questo libro spiegano così le due anime di Miccoli: una è negli studi
medievistici condotti alla scuola di Delio Cantimori e Arsenio Frugoni – e con
i volumi sulla Chiesa gregoriana, su San Francesco d’Assisi e la Storia
religiosa dell’Italia fino alla prima età moderna –; l’altra è nelle questioni
di storia della Chiesa contemporanea, affrontate con lo stesso rigore, come il
rapporto fra antisemitismo e cattolicesimo. Una coscienza storica che si
alimenta delle metamorfosi dei medesimi problemi e, pur nella diversità delle
forme del passato, cerca di interpretare il presente proprio nel «serrato dialogo
con la tradizione culturale».
Una nuova generazione di cattolici in politica
Luca Diotallevi, L'ultima chance. Per una generazione nuova di cattolici in politica, Rubbettino, 2011, 14,00 €
La società italiana attraversa una crisi profonda delle istituzioni e degli attori della politica. Servono grandi riforme ma mancano i riformatori. Tutto questo chiama in causa i cattolici per responsabilità precise, per quello che chiedono alla politica e per quello che danno - o non danno - all’elaborazione politica ed all’azione politica. Questo libro vuole essere un contributo all’analisi delle opportunità che la crisi politica apre e delle sfide che impone. È un libro che cerca di non dimenticare che una risposta individuale non è mai all’altezza di una sfida politica. Ed è stato scritto nella convinzione che le eredità di don Luigi Sturzo, di Alcide De Gasperi, e poi quella di tanti altri come Vittorio Bachelet, Roberto Ruffilli e Beniamino Andreatta, siano ancora capaci di orientamento.
La società italiana attraversa una crisi profonda delle istituzioni e degli attori della politica. Servono grandi riforme ma mancano i riformatori. Tutto questo chiama in causa i cattolici per responsabilità precise, per quello che chiedono alla politica e per quello che danno - o non danno - all’elaborazione politica ed all’azione politica. Questo libro vuole essere un contributo all’analisi delle opportunità che la crisi politica apre e delle sfide che impone. È un libro che cerca di non dimenticare che una risposta individuale non è mai all’altezza di una sfida politica. Ed è stato scritto nella convinzione che le eredità di don Luigi Sturzo, di Alcide De Gasperi, e poi quella di tanti altri come Vittorio Bachelet, Roberto Ruffilli e Beniamino Andreatta, siano ancora capaci di orientamento.
martedì 6 dicembre 2011
Emile Zola: J'accuse
Emile Zola, La verità in cammino, La Giuntina, 2011, 9,90 €
Nel 1894 Alfred Dreyfus, un ufficiale ebreo impiegato presso il Ministero della Guerra, fu accusato di aver rivelato segreti relativi alla difesa all’addetto militare tedesco a Parigi. Arrestato in ottobre, dopo un giudizio sommario Dreyfus fu degradato e condannato alla deportazione a vita nell’Isola del Diavolo (Guyana francese).
Zola nel suo J’accuse indica con nome e cognome i responsabili della condanna di un innocente firmando una delle più grandi requisitorie contro la ragion di Stato che siano mai state pronunciate. Una denuncia che rimarrà nella storia, da un lato per la forza e il coraggio che esprime nel voler difendere i valori di giustizia e di libertà e, dall’altro, per il richiamo al principio di responsabilità degli intellettuali. Questo testo di Zola viene pubblicato per la prima volta integralmente così come lo aveva concepito il suo autore.
«Se chi mi legge non conosce ancora il J’accuse, che non aspetti tempo e non lo perda ancora con me leggendomi. Vada a quelle parole che, necessarie per Dreyfus e la Francia, lo divengono universalmente per chiunque sconti l’aggressione del potere. Perché anche le nostre notti non siano “ossessionate dallo spettro dell’innocente che espia laggiù, tra le più atroci torture, un crimine che non ha commesso”».
Nel 1894 Alfred Dreyfus, un ufficiale ebreo impiegato presso il Ministero della Guerra, fu accusato di aver rivelato segreti relativi alla difesa all’addetto militare tedesco a Parigi. Arrestato in ottobre, dopo un giudizio sommario Dreyfus fu degradato e condannato alla deportazione a vita nell’Isola del Diavolo (Guyana francese).
Zola nel suo J’accuse indica con nome e cognome i responsabili della condanna di un innocente firmando una delle più grandi requisitorie contro la ragion di Stato che siano mai state pronunciate. Una denuncia che rimarrà nella storia, da un lato per la forza e il coraggio che esprime nel voler difendere i valori di giustizia e di libertà e, dall’altro, per il richiamo al principio di responsabilità degli intellettuali. Questo testo di Zola viene pubblicato per la prima volta integralmente così come lo aveva concepito il suo autore.
«Se chi mi legge non conosce ancora il J’accuse, che non aspetti tempo e non lo perda ancora con me leggendomi. Vada a quelle parole che, necessarie per Dreyfus e la Francia, lo divengono universalmente per chiunque sconti l’aggressione del potere. Perché anche le nostre notti non siano “ossessionate dallo spettro dell’innocente che espia laggiù, tra le più atroci torture, un crimine che non ha commesso”».
(dalla Prefazione di Roberto Saviano)
Theilard de Chardin: l'avvenire dell'uomo
Pierre Theilard de Chardin, L'avvenire dell'uomo, Jaca Book, 2011, 32,00 €
Per guardare all’avvenire dell’uomo, il
paleontologo Pierre Teilhard de Chardin legge l’evolversi della materia
nel tempo, del quale le scienze dell’Ottocento e del Novecento ci hanno
aperto nuovi orizzonti conoscitivi. Il tempo dell’evoluzione è
un percorso attraverso forme sempre più complesse che ci porta verso
l’uomo e verso la noosfera.
«Il passato», dichiara in una lettera dell’8 settembre 1935, «mi ha rivelato la costruzione dell’Avvenire». Lungi dall’azzardare concrete previsioni, da lui stesso dichiarate impossibili, sugli accadimenti futuri, Teilhard ritiene tuttavia legittimo, estrapolando le osservazioni fatte sull’evoluzione che ha preceduto il manifestarsi del pensiero nell’uomo, tracciare «le direzioni e le condizioni dell’Avvenire».
A questo proposito Norbert max Wildiers scrive: «La grande scoperta della sua vita era per lui proprio aver rivolto lo sguardo verso l’avvenire. Chi pensasse di espurgare dalle sue opere le considerazioni riguardanti il futuro o le escludesse come cosa di minor valore mutilerebbe di elementi essenziali la sua concezione del mondo» (Introduzione a Teilhard de Chardin, trad. it., milano 1962, p. 70).
Il Fenomeno umano, così come lo osserviamo e sperimentiamo, non si è fermato, ma è destinato a muoversi verso un ulteriore compimento individuale e collettivo. Di fronte all’Umanità si apre un lungo cammino di ulteriore genesi e maturazione alla cui realizzazione concorreranno le nostre scelte, la globalizzazione in atto, il modo di affrontare e gestire i problemi dell’educazione, della pace, dei diritti dell’uomo, della democrazia. E come prevedere la Fine della Specie e il raggiungimento di uno stadio Ultraumano? Questi molteplici temi costituiscono l’oggetto dei 22 saggi qui contenuti, nei quali si manifesta in modo evidente la Fede che Teilhard nutre nei confronti dell’Uomo.
«Il passato», dichiara in una lettera dell’8 settembre 1935, «mi ha rivelato la costruzione dell’Avvenire». Lungi dall’azzardare concrete previsioni, da lui stesso dichiarate impossibili, sugli accadimenti futuri, Teilhard ritiene tuttavia legittimo, estrapolando le osservazioni fatte sull’evoluzione che ha preceduto il manifestarsi del pensiero nell’uomo, tracciare «le direzioni e le condizioni dell’Avvenire».
A questo proposito Norbert max Wildiers scrive: «La grande scoperta della sua vita era per lui proprio aver rivolto lo sguardo verso l’avvenire. Chi pensasse di espurgare dalle sue opere le considerazioni riguardanti il futuro o le escludesse come cosa di minor valore mutilerebbe di elementi essenziali la sua concezione del mondo» (Introduzione a Teilhard de Chardin, trad. it., milano 1962, p. 70).
Il Fenomeno umano, così come lo osserviamo e sperimentiamo, non si è fermato, ma è destinato a muoversi verso un ulteriore compimento individuale e collettivo. Di fronte all’Umanità si apre un lungo cammino di ulteriore genesi e maturazione alla cui realizzazione concorreranno le nostre scelte, la globalizzazione in atto, il modo di affrontare e gestire i problemi dell’educazione, della pace, dei diritti dell’uomo, della democrazia. E come prevedere la Fine della Specie e il raggiungimento di uno stadio Ultraumano? Questi molteplici temi costituiscono l’oggetto dei 22 saggi qui contenuti, nei quali si manifesta in modo evidente la Fede che Teilhard nutre nei confronti dell’Uomo.
Lettere di Paolo a fumetti
Roberto Battestini, Lettere di Paolo - a fumetti, EDB, 2011, 8,00 €
Con immediatezza di tratto e di linguaggio,
nonché un pizzico di ironia che fa spesso sorridere, la
serie a fumetti Catecomics propone la Sacra Scrittura senza
tradirne profondità e significato. Gli adulti possono
cogliervi sfumature nuove, i ragazzi imparare - perché no -
con divertimento, i non credenti scoprire con stupore una storia
meravigliosa...
La serie prevede, per l'Antico Testamento, le uscite
di Genesi (2008), Esodo (2009), Salmi (2011) e
Profeti e, per il Nuovo Testamento, Il Vangelo di
Gesù (2008), Atti degli apostoli (2009),
Lettere di Paolo (2011) e Apocalisse.
Karl Barth... per chi non ha tempo
John R. Franke, Karl Barth... per chi non ha tempo, Claudiana, 15,00 €
John R. Franke ci traghetta abilmente verso il
pensiero di Karl Barth - ormai ritenuto da molti il più significativo e
influente teologo del xx secolo nonché uno tra i più grandi della storia
-, orientandoci tra il liberalismo teologico, la teologia della crisi,
l'opposizione al regime nazista e le posizioni della sterminata opera
maggiore, la Dogmatica ecclesiale, senza dimenticare l'eredità barthiana
per il nostro mondo.
Nonostante una vita in università, Barth non fu
mai, infatti, un teologo chiuso in una torre d'avorio, ma si rivolse
alla chiesa come prima destinataria del suo lavoro e considerò con
passione le sfide della vita e del pensiero contemporaneo, affermando
che l'insegnamento cristiano richiede la Bibbia in una mano e il
giornale nell’altra.
sabato 3 dicembre 2011
Francesco d'Assisi e l'etica globale
Martin Carbajo Nunez, Francesco d'Assisi e l'etica globale, Emp, 2011, 12,00 €
Il mondo globalizzato offre molte possibilità di comunicazione a distanza, ma crea anche particolarismi e discriminazioni. Come contribuire a creare un mondo più solidale e fraterno, senza esclusi? San Francesco d’Assisi e il pensiero francescano possono servire da ispirazione e da segno profetico per un’umanità riconciliata, che rispetti e salvaguardi la creazione. In questa linea, proponiamo l’ospitalità come la risposta etica più adeguata alle sfide della globalizzazione. La presenza dialogante e l’apertura all’Altro, agli altri e alla natura, sono una base sicura per costruire un futuro di speranza e una convivenza pacifica, rispettosa e arricchente tra civiltà, religioni e culture.
Il mondo globalizzato offre molte possibilità di comunicazione a distanza, ma crea anche particolarismi e discriminazioni. Come contribuire a creare un mondo più solidale e fraterno, senza esclusi? San Francesco d’Assisi e il pensiero francescano possono servire da ispirazione e da segno profetico per un’umanità riconciliata, che rispetti e salvaguardi la creazione. In questa linea, proponiamo l’ospitalità come la risposta etica più adeguata alle sfide della globalizzazione. La presenza dialogante e l’apertura all’Altro, agli altri e alla natura, sono una base sicura per costruire un futuro di speranza e una convivenza pacifica, rispettosa e arricchente tra civiltà, religioni e culture.
Paolo: il suo rapporto con le comunità cristiane
Francesco Bargellini, Paolo. Tra esegesi e spiritualità, Emp, 2011, 20,00 €
Il presente libro nasce dalle conferenze e dagli incontri tenuti dall’autore durante l’anno paolino, indetto da Benedetto XVI nel 2008. È una rielaborazione degli argomenti affrontati che spaziano dall’esperienza di Paolo come chiamato a quella di Paolo come inviato ad annunciare Cristo alle genti: - il «profilo spirituale» di Paolo - il suo apostolato - la sua vita prima di Damasco - l’intenso rapporto con le sue comunità. Un testo in cui si incrociano l’approfondimento esegetico, la spiritualità e, talora, anche un pizzico di curiosità e… di «audacia».
Il presente libro nasce dalle conferenze e dagli incontri tenuti dall’autore durante l’anno paolino, indetto da Benedetto XVI nel 2008. È una rielaborazione degli argomenti affrontati che spaziano dall’esperienza di Paolo come chiamato a quella di Paolo come inviato ad annunciare Cristo alle genti: - il «profilo spirituale» di Paolo - il suo apostolato - la sua vita prima di Damasco - l’intenso rapporto con le sue comunità. Un testo in cui si incrociano l’approfondimento esegetico, la spiritualità e, talora, anche un pizzico di curiosità e… di «audacia».
Gesù e il cristianesimo
Elizabeth McNamer-Bargil Pixner, Gesù e il cristianesimo. Il primo secolo a Gerusalemme, Emp, 2011, 20,00 €
La prima comunità giudeo-cristiana di Gerusalemme, la madre di tutte le chiese, ebbe vita breve: dal 33, data tradizionale della morte di Gesù, al 135, anno della definitiva distruzione di Gerusalemme per mano dei romani. Solo da qualche tempo i ricercatori hanno cominciato a studiarne l’evoluzione storica. Grazie alle ricerche di Bargil Pixner qui presentate con cura da Elizabeth McNamer, è ora possibile localizzare il quartiere di Gerusalemme (il Monte Sion cristiano) dove vivevano i primi cristiani, tutti provenienti dall’ebraismo e in contatto con gli esseni. I primi cristiani di origine ebraica scomparvero dopo il 135. La loro memoria, custodita solo nei brevi accenni degli Atti degli Apostoli, merita di essere rinvigorita dalle nuove conoscenze archeologiche e letterarie che vengono qui magnificamente illustrate e documentate.
La prima comunità giudeo-cristiana di Gerusalemme, la madre di tutte le chiese, ebbe vita breve: dal 33, data tradizionale della morte di Gesù, al 135, anno della definitiva distruzione di Gerusalemme per mano dei romani. Solo da qualche tempo i ricercatori hanno cominciato a studiarne l’evoluzione storica. Grazie alle ricerche di Bargil Pixner qui presentate con cura da Elizabeth McNamer, è ora possibile localizzare il quartiere di Gerusalemme (il Monte Sion cristiano) dove vivevano i primi cristiani, tutti provenienti dall’ebraismo e in contatto con gli esseni. I primi cristiani di origine ebraica scomparvero dopo il 135. La loro memoria, custodita solo nei brevi accenni degli Atti degli Apostoli, merita di essere rinvigorita dalle nuove conoscenze archeologiche e letterarie che vengono qui magnificamente illustrate e documentate.
giovedì 1 dicembre 2011
Le età della vita
Romano Guardini, Le età della vita, Vita e pensiero, 2011 (ristampa), 10,00 €
«Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore»: l’invocazione del Salmo 90 è la migliore introduzione a queste nitide pagine di Romano Guardini. Autentico gioiello di sapienza cristiana, esse aiutano a chiarificare un’esperienza attraversata da tutti e disegnano la parabola di una vita riuscita, dove ogni fase ha senso e valore insostituibili, sue crisi di crescita, equilibri e dinamismi peculiari. Guardini pubblica Le età della vita agli inizi degli anni Cinquanta e si rivolge quindi a un secolo che sta uscendo dalla stagione dei totalitarismi, tutti concordi nel celebrare il culto acritico della ‘giovinezza’, e sta inquadrando i suoi teenagers nel sistema dei consumi. Ma le sue riflessioni si adattano con straordinaria lucidità anche al nostro tempo, nel quale le differenti ‘età della vita’ sono cancellate a beneficio di un artificioso ‘vivere senza età’. Una sorta di bengodi dell’inesperienza si configura come la fissazione postmoderna, che non solo preclude alla saggezza della vecchiaia, ma impedisce di essere davvero giovani e davvero adulti in un mondo inchiodato su se stesso. Ogni età, ci ricorda Guardini, ha la sua bellezza singolare, che va colta e realizzata: è il segreto di una vita eticamente compiuta, affrancata dall’ansia per il tempo che scorre.
«Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore»: l’invocazione del Salmo 90 è la migliore introduzione a queste nitide pagine di Romano Guardini. Autentico gioiello di sapienza cristiana, esse aiutano a chiarificare un’esperienza attraversata da tutti e disegnano la parabola di una vita riuscita, dove ogni fase ha senso e valore insostituibili, sue crisi di crescita, equilibri e dinamismi peculiari. Guardini pubblica Le età della vita agli inizi degli anni Cinquanta e si rivolge quindi a un secolo che sta uscendo dalla stagione dei totalitarismi, tutti concordi nel celebrare il culto acritico della ‘giovinezza’, e sta inquadrando i suoi teenagers nel sistema dei consumi. Ma le sue riflessioni si adattano con straordinaria lucidità anche al nostro tempo, nel quale le differenti ‘età della vita’ sono cancellate a beneficio di un artificioso ‘vivere senza età’. Una sorta di bengodi dell’inesperienza si configura come la fissazione postmoderna, che non solo preclude alla saggezza della vecchiaia, ma impedisce di essere davvero giovani e davvero adulti in un mondo inchiodato su se stesso. Ogni età, ci ricorda Guardini, ha la sua bellezza singolare, che va colta e realizzata: è il segreto di una vita eticamente compiuta, affrancata dall’ansia per il tempo che scorre.
L'ora della speranza cristiana
Maria Ignazia Angelini, Prendere bene tutte le cose. L'ora della speranza cristiana, Vita e pensiero, 2011, 10,00 €
In questo tempo difficile e aspro, il registro del lamento rischia di permeare il nostro stare al mondo e di farci perdere il contatto con la realtà, tenuta a distanza dai deserti e i dirupi dell’insoddisfazione. Divenuta inaccessibile quella «terra piana» su cui i nostri passi possano fare affidamento nel cammino della vita, è facile che all’incertezza si accompagnino risentimento e critica. Rimedio a tale veleno dell’anima è «prendere bene le cose, per il lato giusto», coglierne il lato buono non in nome di un ingenuo ottimismo, ma in forza di una fiducia radicale nella bontà della vita. Questa adesione alla realtà non è certo semplice, specie nei passaggi più dolorosi dell’esistenza. Possiamo però farlo alla scuola di Gesù, seguendolo nel suo affidarsi anche nell’ora decisiva. E sapendo che in tale abbandono si può far conto sul Padre, che al Figlio dona la Vita che non tramonta.
Prendere bene tutte le cose consente di gustare l’avventura di vivere proprio così come essa si dà, anche in questo nostro tempo di crisi che può rivelarsi tempo benedetto di un nuovo inizio.
Maria Ignazia Angelini, è badessa del Monastero benedettino di Viboldone. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: Niente è senza voce. La vita monastica oggi (2007), Donne in cerca di Dio (2011).
In questo tempo difficile e aspro, il registro del lamento rischia di permeare il nostro stare al mondo e di farci perdere il contatto con la realtà, tenuta a distanza dai deserti e i dirupi dell’insoddisfazione. Divenuta inaccessibile quella «terra piana» su cui i nostri passi possano fare affidamento nel cammino della vita, è facile che all’incertezza si accompagnino risentimento e critica. Rimedio a tale veleno dell’anima è «prendere bene le cose, per il lato giusto», coglierne il lato buono non in nome di un ingenuo ottimismo, ma in forza di una fiducia radicale nella bontà della vita. Questa adesione alla realtà non è certo semplice, specie nei passaggi più dolorosi dell’esistenza. Possiamo però farlo alla scuola di Gesù, seguendolo nel suo affidarsi anche nell’ora decisiva. E sapendo che in tale abbandono si può far conto sul Padre, che al Figlio dona la Vita che non tramonta.
Prendere bene tutte le cose consente di gustare l’avventura di vivere proprio così come essa si dà, anche in questo nostro tempo di crisi che può rivelarsi tempo benedetto di un nuovo inizio.
Maria Ignazia Angelini, è badessa del Monastero benedettino di Viboldone. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: Niente è senza voce. La vita monastica oggi (2007), Donne in cerca di Dio (2011).
Esploratori della fede cristiana
Michael Paul Gallagher, Mappe della fede. Dieci grandi esploratori cristiani, Vita e pensiero, 2011, 16,00 €
Nel mondo attuale l’esperienza della fede tende a non essere
più al centro della vita delle persone. Viene piuttosto considerata una delle
molte potenziali fonti di significato, e oltretutto non delle più attraenti. Ma
la partita è persa? O si possono trovare terreni e modi che, accogliendo la
sensibilità contemporanea, aiutino a riappropriarsi di quel desiderio di senso
che il modo di vivere prevalente è portato a spegnere?
È la sfida che Michael Paul Gallagher raccoglie in questo
libro, mettendosi alla ricerca appassionata di un nuovo programma di nutrimento
e riflessione spirituale che parli la lingua dell’uomo contemporaneo e ne
tocchi il cuore. L’idea, brillante e originale, è quella di fornire delle vere
e proprie ‘mappe della fede’, dei tracciati disegnati e lasciatici in eredità
da dieci grandi pensatori cristiani, scelti per l’attenzione speciale che hanno
rivolto alle esigenze del loro tempo e per la peculiare creatività delle loro
proposte: John Henry Newman, Maurice Blondel, Karl Rahner, Hans Urs Von
Balthasar, Bernard Lonergan, Flannery O'Connor, Dorothée Solle, Charles Taylor,
Pierangelo Sequeri, Benedetto XVI.
Dieci autori che, ciascuno con le sue sottolineature specifiche,
hanno assunto fino in fondo la sfida della modernità e ora della postmodernità.
E hanno risposto muovendosi nell’orizzonte dell’umano, indagando la possibilità
del credere prima ancora che i suoi contenuti, dando alla loro ricerca quello
spirito di dialogo e «simpatia immensa» verso il mondo che Paolo VI, chiudendo
il Concilio, aveva rivendicato nei confronti di un umanesimo profano e
rinunciatario.
Tutti questi ‘giganti’ sulle cui spalle saliamo fiduciosi si
sono interrogati sul senso della vita e sulla fede in un modo spesso difficile
da comprendere per i non specialisti. Proprio partendo da questa
considerazione, Gallagher ha ‘tradotto’ qui il loro pensiero in una lingua
accessibile, chiedendosi di volta in volta come ciascuno di loro avrebbe parlato
all’uomo d’oggi con il suo disorientato e spesso doloroso cammino verso la
fede.
mercoledì 30 novembre 2011
Etica della speranza
Jurgen Moltmann, Etica della speranza, Queriniana, 2011, 29,00 €
«L’opera Teologia della speranza di Jürgen Moltmann, edita in edizione originaria nel 1964 (e in traduzione italiana con la Queriniana, già nella collana Biblioteca di teologia contemporanea, nel 1970), è ormai un testo classico della teologia del XX secolo. Il messaggio dell’opera, tradotta nelle principali lingue internazionali, affermava che l’esistenza cristiana e l’azione sociale si devono coniugare insieme. A lungo attesa, ora finalmente vi fa seguito questa nuova opera, Etica della speranza, in cui l’Autore spiega come si potrebbero prospettare, alla luce di una teologia della speranza, delle visuali etiche, dei giudizi etici e un agire concreto.
Questa nuova opera, Etica della speranza, non è un manuale che tratta di princìpi generali atemporali, ma un progetto di prassi etica. A un capitolo fondamentale sul nesso esistente tra escatologia ed etica seguono tre passaggi: il teologo cerca di delineare un’etica della vita in contrasto con un’etica della morte, un’etica della terra di fronte alle sfide ecologiche del presente e, infine, un’etica della giustizia di fronte ai crescenti squilibri sociali e globali nella convivenza sociale.
La speranza incoraggia a fare quel che oggi e domani è necessario fare, con coraggio, di fronte al pericolo.
«L’opera Teologia della speranza di Jürgen Moltmann, edita in edizione originaria nel 1964 (e in traduzione italiana con la Queriniana, già nella collana Biblioteca di teologia contemporanea, nel 1970), è ormai un testo classico della teologia del XX secolo. Il messaggio dell’opera, tradotta nelle principali lingue internazionali, affermava che l’esistenza cristiana e l’azione sociale si devono coniugare insieme. A lungo attesa, ora finalmente vi fa seguito questa nuova opera, Etica della speranza, in cui l’Autore spiega come si potrebbero prospettare, alla luce di una teologia della speranza, delle visuali etiche, dei giudizi etici e un agire concreto.
Questa nuova opera, Etica della speranza, non è un manuale che tratta di princìpi generali atemporali, ma un progetto di prassi etica. A un capitolo fondamentale sul nesso esistente tra escatologia ed etica seguono tre passaggi: il teologo cerca di delineare un’etica della vita in contrasto con un’etica della morte, un’etica della terra di fronte alle sfide ecologiche del presente e, infine, un’etica della giustizia di fronte ai crescenti squilibri sociali e globali nella convivenza sociale.
La speranza incoraggia a fare quel che oggi e domani è necessario fare, con coraggio, di fronte al pericolo.
Dio non è un assicuratore
Marc-Francois Lacan, Dio non è un assicuratore (Dimensioni dello spirito), San Paolo, 2011, 14,00 €
Dio non è un assicuratore: ossia Dio ama il rischio e ci invita al rischio; non ne ha paura e ci invita a non averne. Così l'autore, che fu monaco benedettino e fratello del celebre psicanalista Jacques Lacan, incrocia i percorsi dell’anima personale e della sua relazione con Dio, nell’accettazione della precarietà dell’esistenza umana e nella scelta di diventare uomini cercando il vero e “continuando a camminare”. Un libro che porta con sé una testimonianza profonda e un pensiero anticonformista di grande modernità.
Dio non è un assicuratore: ossia Dio ama il rischio e ci invita al rischio; non ne ha paura e ci invita a non averne. Così l'autore, che fu monaco benedettino e fratello del celebre psicanalista Jacques Lacan, incrocia i percorsi dell’anima personale e della sua relazione con Dio, nell’accettazione della precarietà dell’esistenza umana e nella scelta di diventare uomini cercando il vero e “continuando a camminare”. Un libro che porta con sé una testimonianza profonda e un pensiero anticonformista di grande modernità.
martedì 29 novembre 2011
Helder Camara. Lettere dal Concilio Vaticano II
Helder Camara, Roma, due del mattino. Lettere dal Concilio Vaticano II (attualità e storia), Paoline, 2011, 28,00 €
Anche nella Città Eterna l'esile vescovo brasiliano mantiene la consolidata abitudine: punta la sveglia a mezzanotte, si alza, prega, legge, riflette, scrive; dopo 3 ore si riaddormenta sulla sedia e alle 5 si sveglia definitivamente per dare inizio alla sua giornata. Così, nel pieno della notte, sono nati gli straordinari testi pubblicati in questo volume, lettere agli amici in Brasile che venivano resi partecipi dei lavori conciliari, degli incontri con personalità di spicco, di meditazioni poetiche di forte tensione spirituale, di riflessioni sulla storia e l'economia, sul cinema, la scienza, l'arte, in definitiva su ogni argomento di pertinenza dell'essere umano. A quarant'anni di distanza, le parole di Dom Helder colpiscono ancora per la loro straordinaria attualità. Il profeta annuncia e denuncia, e Dom Helder non viene mai meno a questo duplice impegno affidandosi con fiducia alla forza della verità. In sua compagnia il lettore ripercorrerà i quattro anni più significativi della Chiesa Cattolica nel XX secolo. La scoperta più grande sarà la straordinaria ricchezza di un uomo dall'apparenza modesta, ma dotato di un'umanità e di una spiritualità imponenti.
Anche nella Città Eterna l'esile vescovo brasiliano mantiene la consolidata abitudine: punta la sveglia a mezzanotte, si alza, prega, legge, riflette, scrive; dopo 3 ore si riaddormenta sulla sedia e alle 5 si sveglia definitivamente per dare inizio alla sua giornata. Così, nel pieno della notte, sono nati gli straordinari testi pubblicati in questo volume, lettere agli amici in Brasile che venivano resi partecipi dei lavori conciliari, degli incontri con personalità di spicco, di meditazioni poetiche di forte tensione spirituale, di riflessioni sulla storia e l'economia, sul cinema, la scienza, l'arte, in definitiva su ogni argomento di pertinenza dell'essere umano. A quarant'anni di distanza, le parole di Dom Helder colpiscono ancora per la loro straordinaria attualità. Il profeta annuncia e denuncia, e Dom Helder non viene mai meno a questo duplice impegno affidandosi con fiducia alla forza della verità. In sua compagnia il lettore ripercorrerà i quattro anni più significativi della Chiesa Cattolica nel XX secolo. La scoperta più grande sarà la straordinaria ricchezza di un uomo dall'apparenza modesta, ma dotato di un'umanità e di una spiritualità imponenti.
Sulle tracce archeologiche di Paolo di Tarso
Michael Hesemann, Paolo di Tarso. Sulle tracce archeologiche dell'Apostolo, Paoline, 2011, 30,00 €
In circa quindici capitoli, seguendo i luoghi di Paolo (Grecia e Turchia, Israele e Cipro, Spagna, Malta, Italia meridionale e Roma), l’autore intende mettere a fuoco l’influsso e l’importanza dell’archeologia nel tentativo di rispondere alle domande sull’origine degli scritti neotestamentari e sulla storia del cristianesimo. Con tutta la documentazione archeologica a sua disposizione, Hesemann accompagna il lettore nell’avventura incomparabile dell’Apostolo delle genti, una delle personalità più avvincenti della storia. Paolo non conosce mezze misure: è totale per il Dio degli ebrei, come totale si dimostra dopo l’incontro con il Risorto, la Parola vivente del Padre in mezzo all’umanità: vive alla luce di lui. Paolo non conosce che Cristo e Cristo crocifisso, a cui invincibilmente dedica la vita annunziandone la buona notizia a tutte le genti. Senza esclusione di sorte. Cittadino dell’impero, raffinato ed eloquente, colto e aperto, profondo conoscitore tanto dell’ebraismo quanto della cultura greco-romana, Paolo è il più cosmopolita degli apostoli. Ancora oggi, dopo duemila anni, il suo messaggio rimane di una «insuperabile» attualità nel momento stesso in cui ci riporta a contatto con le origini del cristianesimo, con il fondamento della nostra stessa civiltà. Per coloro che desiderano conoscere e comprendere Paolo e le origini cristiane, queste pagine sono opportune per immergersi nel suo mondo e ripercorrerne le strade percorse.
In circa quindici capitoli, seguendo i luoghi di Paolo (Grecia e Turchia, Israele e Cipro, Spagna, Malta, Italia meridionale e Roma), l’autore intende mettere a fuoco l’influsso e l’importanza dell’archeologia nel tentativo di rispondere alle domande sull’origine degli scritti neotestamentari e sulla storia del cristianesimo. Con tutta la documentazione archeologica a sua disposizione, Hesemann accompagna il lettore nell’avventura incomparabile dell’Apostolo delle genti, una delle personalità più avvincenti della storia. Paolo non conosce mezze misure: è totale per il Dio degli ebrei, come totale si dimostra dopo l’incontro con il Risorto, la Parola vivente del Padre in mezzo all’umanità: vive alla luce di lui. Paolo non conosce che Cristo e Cristo crocifisso, a cui invincibilmente dedica la vita annunziandone la buona notizia a tutte le genti. Senza esclusione di sorte. Cittadino dell’impero, raffinato ed eloquente, colto e aperto, profondo conoscitore tanto dell’ebraismo quanto della cultura greco-romana, Paolo è il più cosmopolita degli apostoli. Ancora oggi, dopo duemila anni, il suo messaggio rimane di una «insuperabile» attualità nel momento stesso in cui ci riporta a contatto con le origini del cristianesimo, con il fondamento della nostra stessa civiltà. Per coloro che desiderano conoscere e comprendere Paolo e le origini cristiane, queste pagine sono opportune per immergersi nel suo mondo e ripercorrerne le strade percorse.
Istoria del Concilio Tridentino
Paolo Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino, Einaudi, 2011, 45,00 €
Il concilio di Trento, convocato a metà Cinquecento dalla Chiesa romana per dare risposta alla Riforma protestante, viene analizzato attentamente da Sarpi, che segue le mosse dei sovrani europei nel tentativo di condizionare il rinnovamento religioso e l'azione dei vescovi per cercare di ottenere maggiore autorità nelle loro diocesi. Invece la curia romana riesce a piegare il concilio agli interessi papali e arriva a costruire una monarchia fortemente accentrata, forte di una dottrina saldamente articolata e dotata di potenti strumenti disciplinari. Il risultato sarà quella che viene chiamata la Chiesa della Controriforma.
Sarpi, diventato consultore della Repubblica di Venezia in occasione del conflitto scoppiato nel primo Seicento con la Santa Sede, che pretendeva il riconoscimento di particolari privilegi, si era convinto che l'autorità papale costruita dal concilio avesse finito con l'annullare la distinzione dei poteri fra autorità spirituale e temporale. Proprio le vicende del concilio di Trento gli consentivano di spiegare come fosse avvenuta quella trasformazione, capace di colpire l'azione politica degli Stati moderni e la sua opera poteva essere dunque uno strumento di lotta in difesa del potere laico. Non a caso la sua opera, edita a Londra nel 1619, attrasse immediatamente l'attenzione di tutta l'Europa colta e venne ben presto tradotta in francese, inglese, tedesco e latino.
Se ne esaminiamo, almeno per sommi capi, il valore e i temi, conviene senza dubbio sottolineare subito un elemento di novità che il capolavoro sarpiano presenta nella cultura europea: una narrazione di avvenimenti circoscritti a un fatto di storia ecclesiastica - appunto il concilio di Trento, in qualche modo assurto a personaggio storico - non aveva precedenti. L'originalità del Sarpi sta dunque nell'avere individuato nelle «cause e li maneggi d'una convocazione ecclesiastica, nel corso di 22 anni» un nodo storico, in cui confluisce tutta la vita europea del Cinquecento. E in effetti, i grandi avvenimenti di politica internazionale (guerre,trattative e mosse diplomatiche, scontri o compromessi fra i potenti), le grandi figure di quel secolo (papi, sovrani, riformatori, uomini politici, prelati e membri del clero regolare), i fatti di maggior rilievo nella vita dei vari paesi (l'Italia, prima di tutto, ma anche la Germania e la Francia, l'Inghilterra, i Paesi Bassi e la Spagna) sono tutti evocati a comporre il vasto, complesso affresco su cui si staglia la vicenda tridentina.
Il concilio di Trento, convocato a metà Cinquecento dalla Chiesa romana per dare risposta alla Riforma protestante, viene analizzato attentamente da Sarpi, che segue le mosse dei sovrani europei nel tentativo di condizionare il rinnovamento religioso e l'azione dei vescovi per cercare di ottenere maggiore autorità nelle loro diocesi. Invece la curia romana riesce a piegare il concilio agli interessi papali e arriva a costruire una monarchia fortemente accentrata, forte di una dottrina saldamente articolata e dotata di potenti strumenti disciplinari. Il risultato sarà quella che viene chiamata la Chiesa della Controriforma.
Sarpi, diventato consultore della Repubblica di Venezia in occasione del conflitto scoppiato nel primo Seicento con la Santa Sede, che pretendeva il riconoscimento di particolari privilegi, si era convinto che l'autorità papale costruita dal concilio avesse finito con l'annullare la distinzione dei poteri fra autorità spirituale e temporale. Proprio le vicende del concilio di Trento gli consentivano di spiegare come fosse avvenuta quella trasformazione, capace di colpire l'azione politica degli Stati moderni e la sua opera poteva essere dunque uno strumento di lotta in difesa del potere laico. Non a caso la sua opera, edita a Londra nel 1619, attrasse immediatamente l'attenzione di tutta l'Europa colta e venne ben presto tradotta in francese, inglese, tedesco e latino.
Se ne esaminiamo, almeno per sommi capi, il valore e i temi, conviene senza dubbio sottolineare subito un elemento di novità che il capolavoro sarpiano presenta nella cultura europea: una narrazione di avvenimenti circoscritti a un fatto di storia ecclesiastica - appunto il concilio di Trento, in qualche modo assurto a personaggio storico - non aveva precedenti. L'originalità del Sarpi sta dunque nell'avere individuato nelle «cause e li maneggi d'una convocazione ecclesiastica, nel corso di 22 anni» un nodo storico, in cui confluisce tutta la vita europea del Cinquecento. E in effetti, i grandi avvenimenti di politica internazionale (guerre,trattative e mosse diplomatiche, scontri o compromessi fra i potenti), le grandi figure di quel secolo (papi, sovrani, riformatori, uomini politici, prelati e membri del clero regolare), i fatti di maggior rilievo nella vita dei vari paesi (l'Italia, prima di tutto, ma anche la Germania e la Francia, l'Inghilterra, i Paesi Bassi e la Spagna) sono tutti evocati a comporre il vasto, complesso affresco su cui si staglia la vicenda tridentina.
domenica 27 novembre 2011
Pellegrinaggi e luoghi santi
Nicoletta Celli-Gabriele Mandel-Alberto Pelissero-Fabrizio Vecoli, Pellegrinaggi, Electa, 2011, 22,00 €
Tutte le grandi religioni storiche sono accomunate dalla pratica del pellegrinaggio verso i rispettivi "luoghi santi".
Se per i cristiani ha un profondo valore catartico, in quanto ripercorre
i luoghi di Cristo, per i musulmani è uno dei cinque pilastri
dell'Islam. Nel buddhismo è la via che conduce al raggiungimento di uno
stadio più avanzato dello spirito, mentre nell'induismo rappresenta un
forte momento di coesione sociale.
Il Dizionario analizza minuziosamente per ogni religione le fonti e i
trattati, l'epica e le modalità dell'organizzazione di un
pellegrinaggio: i preparativi, i canti, i raduni, i riti, i significati
più profondi di ogni viaggio spirituale.
Le utili cartine finali consentono di seguire ogni percorso
:
dalla Via Francigena alla Terra Santa, dalla Mecca ai pellegrinaggi
sull'Himalaya, in India, nel Sud-Est asiatico e fino in Giappone.
L'"espansione" dei moderni pellegrinaggi a Lourdes, Medjugorje, Fatima e
San Giovanni Rotondo segnala un fervore spirituale in forte crescita;
ancora oggi come nel passato Roma, Gerusalemme, Santiago di Compostela,
La Mecca e Varanasi attraggono milioni di pellegrini da tutto il mondo
Il corpo nell'ebraismo, nel cristianesimo e nell'islam
Stefanie Knauss, La saggia inquietudine. Il corpo nell'ebraismo, nel cristianesimo e nell'islam, Effatà, 2011, 15,00 €
Il corpo suscita da sempre inquietudini, e non solo nell’ambito delle religioni: è il segno della mortalità dell’essere umano e insieme il fondamento del suo essere al mondo; strumento del peccato e della salvezza; dotato di autonomia e sempre in relazione. Questi paradossi possono essere visti come limiti ma anche come chance per il corpo, occasioni per sviluppare la sua saggezza che emerge nella sua materialità e lo apre verso l’infinito. In una panoramica storica e sistematica, il volume illustra i tanti luoghi e modi del coinvolgimento del corpo nella dinamica della relazione con Dio nella teologia, nella prassi religiosa e nella vita sociale delle tre religioni monoteistiche.
Il corpo suscita da sempre inquietudini, e non solo nell’ambito delle religioni: è il segno della mortalità dell’essere umano e insieme il fondamento del suo essere al mondo; strumento del peccato e della salvezza; dotato di autonomia e sempre in relazione. Questi paradossi possono essere visti come limiti ma anche come chance per il corpo, occasioni per sviluppare la sua saggezza che emerge nella sua materialità e lo apre verso l’infinito. In una panoramica storica e sistematica, il volume illustra i tanti luoghi e modi del coinvolgimento del corpo nella dinamica della relazione con Dio nella teologia, nella prassi religiosa e nella vita sociale delle tre religioni monoteistiche.
La fiction religiosa italiana
Sergio Perugini, Testimoni di fede, trionfatori di audience. La fiction religiosa italiana, Effatà, 2011, 16,00 €
Un fenomeno singolare caratterizza il panorama televisivo nazionale da più di vent’anni: il costante successo della fiction religiosa.
A rappresentare questo filone di indubbio successo, in grado di adunare sempre numerosi telespettatori, sono le storie di figure bibliche, le biografie-agiografie di santi, papi e preti esemplari, nonché le stravaganti avventure di preti detective.
Ma perché queste fiction sembrano andare sempre così bene? Qual è il pubblico che le guarda? E chi sono i protagonisti di queste storie: religiosi dalla vita esemplare o semplicemente eroi dalla veste religiosa? Nell’analizzare l’impianto, gli aspetti narrativi, nonché le questioni relative agli ascolti televisivi di queste fiction, l’Autore si sofferma anche su temi di carattere sociologico, per cercare di comprendere perché una società segnata da un processo di secolarizzazione manifesti un “ritorno del sacro”, un fermento religioso che ha ricadute anche in ambito televisivo.
Un fenomeno singolare caratterizza il panorama televisivo nazionale da più di vent’anni: il costante successo della fiction religiosa.
A rappresentare questo filone di indubbio successo, in grado di adunare sempre numerosi telespettatori, sono le storie di figure bibliche, le biografie-agiografie di santi, papi e preti esemplari, nonché le stravaganti avventure di preti detective.
Ma perché queste fiction sembrano andare sempre così bene? Qual è il pubblico che le guarda? E chi sono i protagonisti di queste storie: religiosi dalla vita esemplare o semplicemente eroi dalla veste religiosa? Nell’analizzare l’impianto, gli aspetti narrativi, nonché le questioni relative agli ascolti televisivi di queste fiction, l’Autore si sofferma anche su temi di carattere sociologico, per cercare di comprendere perché una società segnata da un processo di secolarizzazione manifesti un “ritorno del sacro”, un fermento religioso che ha ricadute anche in ambito televisivo.
sabato 26 novembre 2011
Le prime comunità cristiane
Romano Penna, Le prime comunità cristiane. Persone, tempi, luoghi, forme, credenze, Carocci, 2011 (prima ristampa), 25,00 €
Questa indagine sulle origini cristiane abborda la materia non per tematiche teologiche ma percorrendo passo passo e per ambiti geo-culturali l’itinerario del movimento iniziato in terra d’Israele da Gesù di Nazaret e proseguito attraverso le varie tappe della sua prima espansione in ambito giudaico e soprattutto greco-romano, andando alla scoperta dei vari gruppi che si sono man mano costituiti nel suo nome. I cinque sostantivi del sottotitolo potrebbero anche essere formulati meno astrattamente con altrettanti interrogativi: chi? quando? dove? in che modo? con quali contenuti? L’interrogativo di fondo sul "perché" è sempre latente e permea tutti gli altri. L’esposizione offre una sintesi dei dati e delle problematiche in questione invitando ad approfondimenti ulteriori di quello che rimane un arazzo dai molteplici intrecci la cui tessitura non è ancora terminata.
Le origini del cristianesimo
Romano Penna, Le origini del cristianesimo, Carocci, 2011 (sesta ristampa), 22,70 €
Conoscere il cristianesimo nelle sue
origini è forse il modo migliore per rendersi conto della sua identità
più profonda e più vera. Per far ciò bisogna rifarsi alla documentazione
risalente al suo primo secolo di vita, unitamente allo studio
dell’ambiente con cui il cristianesimo stesso si è trovato in simbiosi.
Curato da uno dei più autorevoli specialisti contemporanei, il volume
offre un’introduzione al mondo straordinario del Nuovo Testamento: dalla
ricostruzione dell’ambiente giudaico e greco-romano alla figura di
Paolo di Tarso; dalle attestazioni archeologiche degli inizi al problema
del Vangelo e dell’Apocalisse di Giovanni; dai Vangeli canonici e
apocrifi alla figura storica di Gesù; dall’analisi dell´apporto di varie
ermeneutiche come quella giudeo-cristiana, paolina e giovannea alla
delineazione del contesto storico che segna il passaggio dal primo al
secondo secolo. Quello che emerge è un quadro particolarmente ricco di
tonalità ove risaltano alcuni personaggi decisivi e le componenti di un
pensiero religioso fecondo nella sua dialettica.
Studi su Divo Barsotti
AA.VV., Apre gli occhi l'Amore. Studi su Divo Barsotti nel V anniversario della sua morte, San Paolo, 2011, 16,00 €
Il tema del Convegno, promosso dalla “Comunità dei figli di Dio” e patrocinato dal “Progetto culturale della Chiesa italiana” – di cui il presente volume riporta gli Atti –, è sintetizzato in alcuni versi di una poesia di don Divo, il cui titolo è “Solo l’amore conosce”: […] apre gli occhi l’Amore / e si disfà, nella Presenza pura, / l’opacità del mondo […]. A chi ha familiarità con gli scritti e la predicazione di Barsotti, questi versetti appaiono particolarmente espressivi di quella sua profonda esperienza religiosa, che presto è divenuta anche il suo messaggio: l’essere raggiunti dall’Amore di Dio, resosi Presenza nella nostra vita, ci fa capaci di penetrare l’apparente opacità del mondo per guardarlo con “altri” occhi, con lo sguardo stesso di Dio. Dio e il mondo, dunque: ecco la duplice prospettiva entro cui si è consumato tutto il cammino di don Divo. Costantemente aperto su questi due versanti, attentissimo a cogliere il messaggio di Dio all’uomo, Barsotti non ha mai cessato di prestare altrettanta attenzione al mondo per coglierne messaggi, attese e soprattutto il bisogno di salvezza.
Il tema del Convegno, promosso dalla “Comunità dei figli di Dio” e patrocinato dal “Progetto culturale della Chiesa italiana” – di cui il presente volume riporta gli Atti –, è sintetizzato in alcuni versi di una poesia di don Divo, il cui titolo è “Solo l’amore conosce”: […] apre gli occhi l’Amore / e si disfà, nella Presenza pura, / l’opacità del mondo […]. A chi ha familiarità con gli scritti e la predicazione di Barsotti, questi versetti appaiono particolarmente espressivi di quella sua profonda esperienza religiosa, che presto è divenuta anche il suo messaggio: l’essere raggiunti dall’Amore di Dio, resosi Presenza nella nostra vita, ci fa capaci di penetrare l’apparente opacità del mondo per guardarlo con “altri” occhi, con lo sguardo stesso di Dio. Dio e il mondo, dunque: ecco la duplice prospettiva entro cui si è consumato tutto il cammino di don Divo. Costantemente aperto su questi due versanti, attentissimo a cogliere il messaggio di Dio all’uomo, Barsotti non ha mai cessato di prestare altrettanta attenzione al mondo per coglierne messaggi, attese e soprattutto il bisogno di salvezza.
Fra terra e cielo. Pier Giorgio Frassati
Carla Casalegno, Fra terra e cielo. Pier Giorgio Frassati. L'ingegnere dei minatori in preghiera adorante, Paoline, 2011, 9,00 €
Una biografia che vuole essere una presenza viva, interprete di un’esemplare vita moderna di santo, capace di camminare concretamente con i piedi per terra, ma con il cuore e la mente costantemente rivolti «verso l’alto». Due linee destinate a intersecarsi partono da un’unica data, il 1901: a Torino, in una famiglia dell’alta borghesia, nasce Pier Giorgio Frassati e, in una delle chiese più antiche della città, Santa Maria di Piazza, si stabiliscono i padri Sacramentini. Dopo gli anni dell’adolescenza, in cui maturò sensibilità e spiritualità iniziando a fare della comunione quotidiana un costante punto di riferimento, ecco l’incontro del giovane studente universitario con i «figli spirituali» di san Pier Giuliano Eymard, votati, secondo le intenzioni del loro fondatore, al culto dell’Eucaristia. Di qui intense ore di adorazione, trascorse dall’«uomo delle otto beatitudini» nella chiesa affidata ai sacerdoti del SS. Sacramento, e un’entusiastica partecipazione alle loro Opere eucaristiche, in un’esemplare dimensione di fede e di carità che è bello riscoprire.
Una biografia che vuole essere una presenza viva, interprete di un’esemplare vita moderna di santo, capace di camminare concretamente con i piedi per terra, ma con il cuore e la mente costantemente rivolti «verso l’alto». Due linee destinate a intersecarsi partono da un’unica data, il 1901: a Torino, in una famiglia dell’alta borghesia, nasce Pier Giorgio Frassati e, in una delle chiese più antiche della città, Santa Maria di Piazza, si stabiliscono i padri Sacramentini. Dopo gli anni dell’adolescenza, in cui maturò sensibilità e spiritualità iniziando a fare della comunione quotidiana un costante punto di riferimento, ecco l’incontro del giovane studente universitario con i «figli spirituali» di san Pier Giuliano Eymard, votati, secondo le intenzioni del loro fondatore, al culto dell’Eucaristia. Di qui intense ore di adorazione, trascorse dall’«uomo delle otto beatitudini» nella chiesa affidata ai sacerdoti del SS. Sacramento, e un’entusiastica partecipazione alle loro Opere eucaristiche, in un’esemplare dimensione di fede e di carità che è bello riscoprire.
mercoledì 23 novembre 2011
Come pecore in mezzo ai lupi
Primo Mazzolari, Come pecore in mezzo ai lupi, Chiarelettere, 2011, 7,00 €
I suoi scritti sorprendono per l'attualità. Questo libro ne propone una selezione, dagli anni del fascismo a quelli della Resistenza, fino al successivo tradimento della democrazia. Scritti politici, incentrati sulla necessità di ripensare la politica italiana oltre i partiti. Basta con la politica degli interessi e dei privilegi. Basta con l'oligarchia italiana. Un libro di riferimento per il presente. Una scrittura che provoca e cattura il lettore, come mostrano i frammenti riportati. Per Mazzolari i partiti sono depositi di interessi, clientele, corruzione. È impossibile cambiarli. I partiti allontanano la buona politica. C'è urgenza di ripensarla, questa politica. Mazzolari introduce con straordinaria potenza retorica la necessità di sconfiggere “Questa politica da pattumiera” (come titola un suo artico proposto nel libro). Né a sinistra, né a desta, né al centro. Perché la buona politica è possibile ritrovarla solo oltre i partiti. Una lezione per l'Italia in cui viviamo.
I suoi scritti sorprendono per l'attualità. Questo libro ne propone una selezione, dagli anni del fascismo a quelli della Resistenza, fino al successivo tradimento della democrazia. Scritti politici, incentrati sulla necessità di ripensare la politica italiana oltre i partiti. Basta con la politica degli interessi e dei privilegi. Basta con l'oligarchia italiana. Un libro di riferimento per il presente. Una scrittura che provoca e cattura il lettore, come mostrano i frammenti riportati. Per Mazzolari i partiti sono depositi di interessi, clientele, corruzione. È impossibile cambiarli. I partiti allontanano la buona politica. C'è urgenza di ripensarla, questa politica. Mazzolari introduce con straordinaria potenza retorica la necessità di sconfiggere “Questa politica da pattumiera” (come titola un suo artico proposto nel libro). Né a sinistra, né a desta, né al centro. Perché la buona politica è possibile ritrovarla solo oltre i partiti. Una lezione per l'Italia in cui viviamo.
Una moschea a Monaco
Ian Johnson, Una moschea a Monaco, Cooper, 20,00 €
La moschea di Monaco di Baviera è una delle più grandi moschee in Europa ed è stata il primo grande centro dell’islamismo europeo fin dall’immediato dopoguerra. Nel periodo post-bellico erano presenti in Germania centinaia di migliaia di musulmani sovietici che Hitler aveva fatto prigionieri quando aveva invaso l’URSS e a cui aveva concesso la libertà a patto che ripudiassero la bandiera comunista e militassero sotto l’insegna della svastica. Un’intera divisione di un milione di soldati musulmani ex-sovietici divenne nazista, prese parte alle vicende belliche e offrì un network di spionaggio nella lotta contro l’impero sovietico. Hitler fin dagli anni ’30 aveva stipulato una salda alleanza con Amin al Husseini, il Grand Muftì di Gerusalemme, che passò un periodo della sua vita in Europa, come agente nazista ad addestrare truppe musulmane bosniache. Husseini era anche alleato dei Fratelli Musulmani, un gruppo terroristico che ha ispirato Al-Qaeda e Hamas. Lo consideravano tutti un moderato in Europa come in America tanto che persino il presidente Eisenhower lo ricevette alla Casa Bianca nel periodo della guerra fredda per servirsi di lui come una spia della CIA contro il Comunismo. Per la stessa ragione gli Americani hanno poi sostenuto in Afghanistan Osama bin Laden e i mujahedeen contro i Sovietici. Tra spie musulmane naziste, indagini della CIA, intrighi di potere, Ian Johnson firma un’opera cruciale, intrigante da leggere come una “spy-story”, necessaria per comprendere fino in fondo quali e quanti errori l’Occidente ha fatto, e continua a fare, nei suoi rapporti con l’Islam di oggi.
La moschea di Monaco di Baviera è una delle più grandi moschee in Europa ed è stata il primo grande centro dell’islamismo europeo fin dall’immediato dopoguerra. Nel periodo post-bellico erano presenti in Germania centinaia di migliaia di musulmani sovietici che Hitler aveva fatto prigionieri quando aveva invaso l’URSS e a cui aveva concesso la libertà a patto che ripudiassero la bandiera comunista e militassero sotto l’insegna della svastica. Un’intera divisione di un milione di soldati musulmani ex-sovietici divenne nazista, prese parte alle vicende belliche e offrì un network di spionaggio nella lotta contro l’impero sovietico. Hitler fin dagli anni ’30 aveva stipulato una salda alleanza con Amin al Husseini, il Grand Muftì di Gerusalemme, che passò un periodo della sua vita in Europa, come agente nazista ad addestrare truppe musulmane bosniache. Husseini era anche alleato dei Fratelli Musulmani, un gruppo terroristico che ha ispirato Al-Qaeda e Hamas. Lo consideravano tutti un moderato in Europa come in America tanto che persino il presidente Eisenhower lo ricevette alla Casa Bianca nel periodo della guerra fredda per servirsi di lui come una spia della CIA contro il Comunismo. Per la stessa ragione gli Americani hanno poi sostenuto in Afghanistan Osama bin Laden e i mujahedeen contro i Sovietici. Tra spie musulmane naziste, indagini della CIA, intrighi di potere, Ian Johnson firma un’opera cruciale, intrigante da leggere come una “spy-story”, necessaria per comprendere fino in fondo quali e quanti errori l’Occidente ha fatto, e continua a fare, nei suoi rapporti con l’Islam di oggi.
Finanza cattolica
Sergio Noto-Ferruccio Pinotti, Finanza cattolica, Ponte alle grazie, 2011, 14,00 €
Che il mondo laico cerchi il profitto può non piacerci, ma si spiega. Ma che vescovi, uomini di chiesa, esponenti politici che fanno professione di fede cattolica, finanzieri osservanti dei precetti religiosi siano in prima fila in comportamenti economici che di caritatevole non hanno proprio niente, è un fenomeno moralmente ripugnante, oltre che molto antico. Senza alcuna preclusione ideologica, ma solo sulla base dei documenti, questo libro racconta i fatti – a tratti clamorosi, spesso inediti – di banche grandi e piccole, società riconducibili alla vasta area della presenza cattolica nella vita civile italiana, di personaggi molto in luce e molto in ombra che hanno segnato la storia italiana del Novecento.
Che il mondo laico cerchi il profitto può non piacerci, ma si spiega. Ma che vescovi, uomini di chiesa, esponenti politici che fanno professione di fede cattolica, finanzieri osservanti dei precetti religiosi siano in prima fila in comportamenti economici che di caritatevole non hanno proprio niente, è un fenomeno moralmente ripugnante, oltre che molto antico. Senza alcuna preclusione ideologica, ma solo sulla base dei documenti, questo libro racconta i fatti – a tratti clamorosi, spesso inediti – di banche grandi e piccole, società riconducibili alla vasta area della presenza cattolica nella vita civile italiana, di personaggi molto in luce e molto in ombra che hanno segnato la storia italiana del Novecento.
Come il cristianesimo ha trasformato il libro
Anthony Grafton-Williams Megan, Come il cristianesimo ha trasformato il libro, Carocci, 2009, 29,00 €
Durante i primi tre secoli dell'era cristiana, sulla spinta delle nuove esigenze di studio e di esegesi dei testi biblici e patristici, si assistette a un graduale passaggio dal rotolo papiraceo al codice e, di conseguenza, alla definizione di quella che sarà la forma del libro. Una forma destinata a rimanere sostanzialmente invariata fino ai nostri giorni, anche dopo l'avvento verso la metà del Quattrocento della stampa a caratteri mobili. Questa trasformazione fu opera in particolare di due eruditi cristiani, Origene e il suo allievo Eusebio, attivi nella provincia romana di Cesarea, in Palestina. Pur rielaborando alcuni modelli già esistenti, i due studiosi misero a punto infatti un "nuovo" tipo di supporto (il codice) e di disposizione grafica del testo (per colonne parallele) che rendeva più agevole tutta una serie di pratiche di lettura e di studio fino a quel momento impossibili sul vecchio rotolo; o almeno assai più faticose. Ripercorrendo questo momento decisivo nella storia del libro e della trasmissione della cultura, con il gusto della narrazione e dell'aneddoto propri della migliore tradizione storiografica anglosassone, Anthony Grafton e Megan Williams ci guidano alla scoperta di un mondo lontano e affascinante, animato da copisti e collezionisti, bibliotecari e bibliofili, pagani ed eretici, facendo così emergere l'inestimabile contributo che la cultura cristiana nel suo complesso ha apportato alla conservazione e alla diffusione del sapere.
Durante i primi tre secoli dell'era cristiana, sulla spinta delle nuove esigenze di studio e di esegesi dei testi biblici e patristici, si assistette a un graduale passaggio dal rotolo papiraceo al codice e, di conseguenza, alla definizione di quella che sarà la forma del libro. Una forma destinata a rimanere sostanzialmente invariata fino ai nostri giorni, anche dopo l'avvento verso la metà del Quattrocento della stampa a caratteri mobili. Questa trasformazione fu opera in particolare di due eruditi cristiani, Origene e il suo allievo Eusebio, attivi nella provincia romana di Cesarea, in Palestina. Pur rielaborando alcuni modelli già esistenti, i due studiosi misero a punto infatti un "nuovo" tipo di supporto (il codice) e di disposizione grafica del testo (per colonne parallele) che rendeva più agevole tutta una serie di pratiche di lettura e di studio fino a quel momento impossibili sul vecchio rotolo; o almeno assai più faticose. Ripercorrendo questo momento decisivo nella storia del libro e della trasmissione della cultura, con il gusto della narrazione e dell'aneddoto propri della migliore tradizione storiografica anglosassone, Anthony Grafton e Megan Williams ci guidano alla scoperta di un mondo lontano e affascinante, animato da copisti e collezionisti, bibliotecari e bibliofili, pagani ed eretici, facendo così emergere l'inestimabile contributo che la cultura cristiana nel suo complesso ha apportato alla conservazione e alla diffusione del sapere.
Ebrei e portoghesi a Tunisi
Elia Boccara, In fuga dall'Inquisizione. Ebrei e portoghesi a Tunisi: due famiglie, quattro secoli di storia, La Giuntina, 24,00 €
Ebrei portoghesi a Tunisi: due famiglie, quattro secoli di storia. Dona Isabel Enriquez Bocarra, oriunda portoghese, di 34 anni, venne condannata nel 1670 alla prigione perpetua irremissibile dal Tribunale dell'Inquisizione di Toledo per avere osservato fin dall'età di otto anni la Legge di Mosè. Per l'autore è questo il punto di partenza per un 'inchiesta sulle proprie origini ispano-portoghesi e delle famiglie Valensin (poi Valensi) e Boccara, i quali si stabiliranno a Tunisi nel Seicento, dopo la loro fuga da Spagna o Portogallo. Elia Boccara è così riuscito a ricostituire la genealogia dei Valensi e dei Boccara e a rivelare nel contempo tutti i fasti e le vicissitudini del primo insediamento a Tunisi di questi ex marrani ritornati all'ebraismo che come principale attività esercitavano il commercio e favorivano il riscatto degli schiavi europei catturati dai corsari barbareschi. Elia Boccara racconta l'epopea della propria famiglia fino alle leggi razziali italiane del 1938. L'indipendenza della Tunisia ebbe poi come conseguenza la partenza di tutti gli europei e degli stessi ebrei tunisini. Fece anche la sua parte l'evoluzione generale dei costumi, che provocò in molti l'abbandono delle antiche regole. Ciò non impedisce all'autore di concludere con parole di speranza e di fedeltà alla fede plurimillenaria.
Ebrei portoghesi a Tunisi: due famiglie, quattro secoli di storia. Dona Isabel Enriquez Bocarra, oriunda portoghese, di 34 anni, venne condannata nel 1670 alla prigione perpetua irremissibile dal Tribunale dell'Inquisizione di Toledo per avere osservato fin dall'età di otto anni la Legge di Mosè. Per l'autore è questo il punto di partenza per un 'inchiesta sulle proprie origini ispano-portoghesi e delle famiglie Valensin (poi Valensi) e Boccara, i quali si stabiliranno a Tunisi nel Seicento, dopo la loro fuga da Spagna o Portogallo. Elia Boccara è così riuscito a ricostituire la genealogia dei Valensi e dei Boccara e a rivelare nel contempo tutti i fasti e le vicissitudini del primo insediamento a Tunisi di questi ex marrani ritornati all'ebraismo che come principale attività esercitavano il commercio e favorivano il riscatto degli schiavi europei catturati dai corsari barbareschi. Elia Boccara racconta l'epopea della propria famiglia fino alle leggi razziali italiane del 1938. L'indipendenza della Tunisia ebbe poi come conseguenza la partenza di tutti gli europei e degli stessi ebrei tunisini. Fece anche la sua parte l'evoluzione generale dei costumi, che provocò in molti l'abbandono delle antiche regole. Ciò non impedisce all'autore di concludere con parole di speranza e di fedeltà alla fede plurimillenaria.
sabato 19 novembre 2011
Mazzolari, un uomo nella Chiesa
Giorgio Campanini, Un uomo nella Chiesa. Don Primo Mazzolari, Morcelliana, 2011, 20,00 €
La
figura di don Primo Mazzolari (1890-1959) sta sempre più emergendo come
una delle voci più significative del cattolicesimo italiano della prima
metà del Novecento: i suoi scritti e le annate di «Adesso» (la rivista
da lui fondata e in gran parte redatta) rappresentano ancora oggi un
essenziale punto di riferimento per un’adeguata conoscenza del cammino
della Chiesa italiana attraverso il nazionalismo, il fascismo, la
Resistenza, la ricostruzione. Le pagine qui raccolte fanno il punto
sull’insieme dell’opera mazzolariana, dalle passioni nazionalistiche
degli anni giovanili alle intense e sofferte pagine di Tu non uccidere (1955), quasi suo testamento spirituale.
Un’ampia ricognizione sull’ormai cospicua mole di studi mazzolariani consente di fare il punto sulla sua personalità e sull’eco che ha avuto in Italia l’opera, e soprattutto la testimonianza di vita, del parroco di Bozzolo.
Un’ampia ricognizione sull’ormai cospicua mole di studi mazzolariani consente di fare il punto sulla sua personalità e sull’eco che ha avuto in Italia l’opera, e soprattutto la testimonianza di vita, del parroco di Bozzolo.
Che cos'è la mistica?
Maurice Blondel, Che cos'è la mistica?, Morcelliana, 2011, 18,00 €
Queste
pagine inedite di Maurice Blondel dedicate alla mistica donano
freschezza alla sua stessa “filosofia dell’azione”: un pensiero che va a
definirsi in un duplice gesto, per un verso attingendo alla pratica e
per l’altro illuminandola, perché investe la vita e il destino
etico-religioso dell’uomo e dà loro orientamento. Qui la filosofia
sconfina nella mistica, perché «compito essenziale della filosofia non è
di abbandonarci ad essa, come se avesse il monopolio di ciò che c’è in
noi; ma di metterci in condizioni di fare il passo al di là». Il
concetto di mistica si pone fra mistero e filosofia: con quale metodo la
mistica è accessibile all’esame della ragione? Quale può essere il
contributo specifico della filosofia? Che corrispondenza v’è fra lo
sguardo filosofico, pur sempre umano, e l’oggetto mistico che rinvia al
divino? Come si coniugano ciò che è acquisito con ragione e ciò che è
invece infuso per grazia? Queste sono le domande con cui Blondel pone la
mistica come luogo in cui la filosofia mette in discussione se stessa,
al crocevia tra il finito e l’infinito.
mercoledì 16 novembre 2011
Lettere ai grandi del passato. Albino Luciani
Albino Luciani, Illustrissimi - Lettere ai grandi del passato, Edizioni Messaggero, 2011 (ristampa), 14,00 €
«Caro Dickens, sono un vescovo che ha preso lo strano impegno di scrivere ogni mese... una lettera a qualche illustre personaggio».
Così Albino Luciani, allora patriarca di Venezia e poi Papa per soli 33 giorni, scriveva con prosa giornalistica ed agile, incredibilmente spiritosa e di carattere popolare ai Grandi della Storia. In questo libro, la cui prima edizione risale al 1976, sono racoclte tutte le lettere che papa Luciani aveva scritto - e pubblicato sulla rivista Messaggero di sant'Antonio dal 1971 al 1975 - indirizzandole a personaggi storici e mitici di tutti i tempi e luoghi. Il carattere particolare degli argomenti trattati in questo fantasioso epistolario, la piacevolezza dello stile, la sottile ironia che pervade ogni pagina, l'abilità di trasferire vicende e persone, problemi e soluzioni da ieri a oggi e viceversa, saltando con disinvoltura da un secolo all'altro, il linguaggio semplice e popolare, danno corpo a un'analisi tutt'altro che superficiale del mondo di quegli anni difficili e tortuosi. I personaggi incontrati sono i più diversi: da Penelope a Mark Twain, da Maria Teresa d'Austria a Figaro, da Pinocchio a Trilussa, da Scott a Ippocrate, da Quintiliano a Marconi, da Hofer a Goldoni, da santa Teresa a Goethe, da san Bernardino a Marlowe, per finire al più importante di tutti, Gesù, al quale l'autore scrive trepidando.
Non è facile scrivere lettere di fantasia, ma Albino Luciani ci riesce magistralmente. Le lettere sono incredibilmente attuali dopo più di trent’anni per tematiche (la crisi petrolifera, il relativismo, la famiglia, il bene comune, la politica) e per soluzioni proposte, merito di un’analisi tutt’altro che superficiale di questi anni così complessi. La lettura scorre veloce tra un sorriso strappato da una battuta ironica e una riflessione scaturita dalle sagge parole del prelato, il tutto dimostrando una profonda cultura che tuttavia non si perde in terminologie complesse ma resta godibile e leggibile grazie ad un linguaggio semplice e popolare. Un libro per tutti coloro che voglio approfondire le tematiche di dottrina sociale in modo insolito, avvincente ed ironico.
«Caro Dickens, sono un vescovo che ha preso lo strano impegno di scrivere ogni mese... una lettera a qualche illustre personaggio».
Così Albino Luciani, allora patriarca di Venezia e poi Papa per soli 33 giorni, scriveva con prosa giornalistica ed agile, incredibilmente spiritosa e di carattere popolare ai Grandi della Storia. In questo libro, la cui prima edizione risale al 1976, sono racoclte tutte le lettere che papa Luciani aveva scritto - e pubblicato sulla rivista Messaggero di sant'Antonio dal 1971 al 1975 - indirizzandole a personaggi storici e mitici di tutti i tempi e luoghi. Il carattere particolare degli argomenti trattati in questo fantasioso epistolario, la piacevolezza dello stile, la sottile ironia che pervade ogni pagina, l'abilità di trasferire vicende e persone, problemi e soluzioni da ieri a oggi e viceversa, saltando con disinvoltura da un secolo all'altro, il linguaggio semplice e popolare, danno corpo a un'analisi tutt'altro che superficiale del mondo di quegli anni difficili e tortuosi. I personaggi incontrati sono i più diversi: da Penelope a Mark Twain, da Maria Teresa d'Austria a Figaro, da Pinocchio a Trilussa, da Scott a Ippocrate, da Quintiliano a Marconi, da Hofer a Goldoni, da santa Teresa a Goethe, da san Bernardino a Marlowe, per finire al più importante di tutti, Gesù, al quale l'autore scrive trepidando.
Non è facile scrivere lettere di fantasia, ma Albino Luciani ci riesce magistralmente. Le lettere sono incredibilmente attuali dopo più di trent’anni per tematiche (la crisi petrolifera, il relativismo, la famiglia, il bene comune, la politica) e per soluzioni proposte, merito di un’analisi tutt’altro che superficiale di questi anni così complessi. La lettura scorre veloce tra un sorriso strappato da una battuta ironica e una riflessione scaturita dalle sagge parole del prelato, il tutto dimostrando una profonda cultura che tuttavia non si perde in terminologie complesse ma resta godibile e leggibile grazie ad un linguaggio semplice e popolare. Un libro per tutti coloro che voglio approfondire le tematiche di dottrina sociale in modo insolito, avvincente ed ironico.
La Rivoluzione francese e la Chiesa
Luigi Mezzadri, La Rivoluzione francese e la Chiesa, Città nuova, 2004, 14,50 €
Evento epocale della storia occidentale, madre di tutte le rivoluzioni
successive, luogo di nascita della Dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo, ma anche di episodi sanguinosi come fu quello del Terrore, la
Rivoluzione francese continua ad essere oggetto di attenzione e di studio. In
questo ambito, un aspetto ancora poco indagato dalla storiografia è il
rapporto tra clero e Rivoluzione. Si tratta di un rapporto complesso che ha
subito nel corso degli avvenimenti una radicale evoluzione: dall'iniziale
alleanza alla definitiva rottura, sancita dalla Costituzione civile del clero.
L'autore cerca di comprendere le ragioni profonde che hanno condotto i suoi
protagonisti ad instaurare un regime tra i più anticristiani della storia.
Evento epocale della storia occidentale, madre di tutte le rivoluzioni
successive, luogo di nascita della Dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo, ma anche di episodi sanguinosi come fu quello del Terrore, la
Rivoluzione francese continua ad essere oggetto di attenzione e di studio. In
questo ambito, un aspetto ancora poco indagato dalla storiografia è il
rapporto tra clero e Rivoluzione. Si tratta di un rapporto complesso che ha
subito nel corso degli avvenimenti una radicale evoluzione: dall'iniziale
alleanza alla definitiva rottura, sancita dalla Costituzione civile del clero.
L'autore cerca di comprendere le ragioni profonde che hanno condotto i suoi
protagonisti ad instaurare un regime tra i più anticristiani della storia.
lunedì 14 novembre 2011
Da Gesù al cristianesimo
Mauro Pesce, Da Gesù al cristianesimo, Morcelliana, 2011, 20,00 €
Come
compiere una ricerca storica su Gesù? A tale domanda cruciale Mauro
Pesce cerca di rispondere in queste pagine nel confronto critico con gli
studi di J. Dupont, E. Käsemann, D.C. Allison e con la più avveduta
ricerca contemporanea. Di qui i due binari su cui si articola il volume:
da una parte ricostruire la fisionomia storica di Gesù, dall’altra
individuare quali forme religiose scaturiscono dopo di lui fra i diversi
gruppi dei suoi seguaci. A fare problema, e ad essere qui messo a fuoco
in quanto oggetto di interesse storico, è il nesso tra la figura di
Gesù e la nascita del cristianesimo come religione distinta dal
giudaismo.
Prioritaria è una osservazione di metodo su come impostare la questione Gesù/cristianesimo: assumere questo nesso nella sua continuità – come per lo più fa l’esegesi cristiana – è una posizione apologetica, orientata a giustificare una fede. Ma lo sguardo distaccato dello storico deve esaminare tutti gli elementi disponibili per ricostruire l’individuo Gesù e il suo ruolo prima di formulare un’ipotesi. Qui nello specifico si affronta la trasmissione delle sue parole (ciò che realmente ha detto) e la sua ebraicità, vale a dire la sua differenza rispetto al cristianesimo primitivo. Si evidenzia anche la necessità di una ricerca antropologica su Gesù: analizzare la sua pratica di vita, di un leader immerso fra la gente. Quando poi ci si chiede come è nato il cristianesimo, è necessario tener conto della pluralità dei cristianesimi: di quale cristianesimo si parla? Si giunge quindi al delicato problema del rapporto fra ricerca storica e presupposti della fede: come conciliare l’autonomia dello storico e la tradizione della Chiesa?
Questioni quanto mai attuali perché investono dall’interno il mestiere dello storico e l’identità della storia del cristianesimo. Se l’indagine su Gesù consta ormai di più modelli di ricerca – la storiografia la divide in Old, New e Third Quest –, né può ritenersi compiuta né può ritenersi archiviata. Ogni tassello ha la funzione di far progredire il dibattito scientifico su quella storia, e ha in sé bisogno tanto del passato – dell’esegesi dal XVI secolo ad oggi – quanto di nuove piste future.
Prioritaria è una osservazione di metodo su come impostare la questione Gesù/cristianesimo: assumere questo nesso nella sua continuità – come per lo più fa l’esegesi cristiana – è una posizione apologetica, orientata a giustificare una fede. Ma lo sguardo distaccato dello storico deve esaminare tutti gli elementi disponibili per ricostruire l’individuo Gesù e il suo ruolo prima di formulare un’ipotesi. Qui nello specifico si affronta la trasmissione delle sue parole (ciò che realmente ha detto) e la sua ebraicità, vale a dire la sua differenza rispetto al cristianesimo primitivo. Si evidenzia anche la necessità di una ricerca antropologica su Gesù: analizzare la sua pratica di vita, di un leader immerso fra la gente. Quando poi ci si chiede come è nato il cristianesimo, è necessario tener conto della pluralità dei cristianesimi: di quale cristianesimo si parla? Si giunge quindi al delicato problema del rapporto fra ricerca storica e presupposti della fede: come conciliare l’autonomia dello storico e la tradizione della Chiesa?
Questioni quanto mai attuali perché investono dall’interno il mestiere dello storico e l’identità della storia del cristianesimo. Se l’indagine su Gesù consta ormai di più modelli di ricerca – la storiografia la divide in Old, New e Third Quest –, né può ritenersi compiuta né può ritenersi archiviata. Ogni tassello ha la funzione di far progredire il dibattito scientifico su quella storia, e ha in sé bisogno tanto del passato – dell’esegesi dal XVI secolo ad oggi – quanto di nuove piste future.
Guida al consumo critico
Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Guida al consumo critico, Emi, 2011, 18,50€
Il sistema si sforza di convincerci che il
consumo è un fatto privato che riguarda solo noi, le nostre voglie, il
nostro portafogli.
Ma non è così: riguarda l'intera umanità, perché ha conseguenze sulle risorse, sull'energia, sui rifiuti, sulle condizioni di lavoro.
E se compriamo alla cieca rischiamo di renderci complici dei peggiori misfatti.
Ecco l'importanza del consumo critico, che consiste nella scelta dei prodotti non solo in base al prezzo e alla qualità, ma anche alla loro storia e al comportamento delle imprese.
Scegliere in maniera critica che cosa consumare significa votare ogni volta che facciamo la spesa.
Ma per scegliere bisogna informarsi. Perciò questa "Guida" è la compagna inseparabile del consumatore critico, lo strumento che porta sempre con sé per sapere come si comportano Nestlé, Coca-Cola, Del Monte, Barilla e tante imprese che incontriamo al supermercato.
Consumatore informato, consumatore sovrano.
Ma non è così: riguarda l'intera umanità, perché ha conseguenze sulle risorse, sull'energia, sui rifiuti, sulle condizioni di lavoro.
E se compriamo alla cieca rischiamo di renderci complici dei peggiori misfatti.
Ecco l'importanza del consumo critico, che consiste nella scelta dei prodotti non solo in base al prezzo e alla qualità, ma anche alla loro storia e al comportamento delle imprese.
Scegliere in maniera critica che cosa consumare significa votare ogni volta che facciamo la spesa.
Ma per scegliere bisogna informarsi. Perciò questa "Guida" è la compagna inseparabile del consumatore critico, lo strumento che porta sempre con sé per sapere come si comportano Nestlé, Coca-Cola, Del Monte, Barilla e tante imprese che incontriamo al supermercato.
Consumatore informato, consumatore sovrano.
Storia di Chiara e Francesco
Chiara Frugoni, Storia di Chiara e Francesco, Einaudi, 2011, 18,00€
Due ragazzi benestanti, colti, imbevuti di letture - soprattutto lui - di nobili cavalieri e amori cortesi. Ma quando un giorno questi due giovani, destinati a ereditare gli onori del loro stato sociale, volsero lo sguardo sulle cose degli uomini, videro un mondo che tradiva il messaggio del Vangelo e lo rifiutarono. Decisero, in momenti diversi, di spogliarsi delle loro ricchezze e, nudi, di abbracciare una nuova vita per gli ultimi.
Quelle di Chiara e Francesco furono due esistenze che si intrecciarono strettamente pur percorrendo, ciascuno dei due santi, cammini differenti. Lo scopriamo direttamente dalle loro voci, dai loro scritti, a cui Chiara Frugoni dedica in questo libro uno spazio del tutto nuovo.
Facendo parlare direttamente i protagonisti, la Frugoni fa del lettore un compagno di strada di Chiara e Francesco, permettendogli di accostarsi al loro generoso progetto e alle resistenze, ai tradimenti, ai compromessi con cui i due dovettero fare i conti per rendere reale la loro utopia. Del resto è una storia, quella di Chiara e Francesco, che col passare dei secoli nulla ha perso della sua travolgente novità. Al contrario, è come se il tempo trascorso non smettesse di sottolinearne la radicale modernità: il rapporto con i poveri, e quindi col denaro e il potere; il ruolo non subalterno della donna; la funzione dei laici nell'istituzione religiosa; l'importanza del lavoro manuale in servizio del prossimo e come garanzia di libertà; la relazione con fedi diverse. Poche altre figure storiche sono riuscite a forgiare un modello di comportamento capace di contrapporsi all'esistente con una radicalità pari alla loro mitezza. Perché è questo, in fondo, uno degli aspetti più caratteristici del magistero dei due santi: il tentativo di rispondere a una domanda, oggi come allora, «impossibile»: come farsi carico delle ingiustizie del mondo usando solo le parole del Vangelo?
Due ragazzi benestanti, colti, imbevuti di letture - soprattutto lui - di nobili cavalieri e amori cortesi. Ma quando un giorno questi due giovani, destinati a ereditare gli onori del loro stato sociale, volsero lo sguardo sulle cose degli uomini, videro un mondo che tradiva il messaggio del Vangelo e lo rifiutarono. Decisero, in momenti diversi, di spogliarsi delle loro ricchezze e, nudi, di abbracciare una nuova vita per gli ultimi.
Quelle di Chiara e Francesco furono due esistenze che si intrecciarono strettamente pur percorrendo, ciascuno dei due santi, cammini differenti. Lo scopriamo direttamente dalle loro voci, dai loro scritti, a cui Chiara Frugoni dedica in questo libro uno spazio del tutto nuovo.
Facendo parlare direttamente i protagonisti, la Frugoni fa del lettore un compagno di strada di Chiara e Francesco, permettendogli di accostarsi al loro generoso progetto e alle resistenze, ai tradimenti, ai compromessi con cui i due dovettero fare i conti per rendere reale la loro utopia. Del resto è una storia, quella di Chiara e Francesco, che col passare dei secoli nulla ha perso della sua travolgente novità. Al contrario, è come se il tempo trascorso non smettesse di sottolinearne la radicale modernità: il rapporto con i poveri, e quindi col denaro e il potere; il ruolo non subalterno della donna; la funzione dei laici nell'istituzione religiosa; l'importanza del lavoro manuale in servizio del prossimo e come garanzia di libertà; la relazione con fedi diverse. Poche altre figure storiche sono riuscite a forgiare un modello di comportamento capace di contrapporsi all'esistente con una radicalità pari alla loro mitezza. Perché è questo, in fondo, uno degli aspetti più caratteristici del magistero dei due santi: il tentativo di rispondere a una domanda, oggi come allora, «impossibile»: come farsi carico delle ingiustizie del mondo usando solo le parole del Vangelo?
domenica 13 novembre 2011
Nessuna salvezza fuori della Chiesa?
Giacomo Canobbio, Nessuna salvezza fuori della Chiesa? Storia e senso di un controverso principio teologico, Queriniana, 2009, 24,50 €
Il pluralismo religioso ha fatto irruzione nella ricerca teologica ormai da alcuni decenni e ha costretto a ripensare il rapporto tra chiesa e salvezza. A partire dal III secolo tale rapporto aveva trovato espressione nel principio «Nessuna salvezza fuori della chiesa». La rilettura che di esso si è compiuta nella recente teologia delle religioni ha portato a considerarlo espressione di una angusta visione dell’azione di Dio nei confronti dell’umanità e quindi a ritenerlo improponibile. Tuttavia una corretta interpretazione del principio richiede che si considerino la storia della sua formazione, il sottofondo che lo ha reso possibile, le diverse accentuazioni di cui è stato oggetto, pur respingendone qualsiasi uso strumentale (anche politico), di ieri e di oggi. Solo in questo modo se ne può cogliere l’eventuale pertinenza anche nel nostro contesto: la chiesa è effettivamente necessaria per la salvezza, perché è la traccia storica del disegno di Dio manifestatosi in Gesù Cristo.
Il pluralismo religioso ha fatto irruzione nella ricerca teologica ormai da alcuni decenni e ha costretto a ripensare il rapporto tra chiesa e salvezza. A partire dal III secolo tale rapporto aveva trovato espressione nel principio «Nessuna salvezza fuori della chiesa». La rilettura che di esso si è compiuta nella recente teologia delle religioni ha portato a considerarlo espressione di una angusta visione dell’azione di Dio nei confronti dell’umanità e quindi a ritenerlo improponibile. Tuttavia una corretta interpretazione del principio richiede che si considerino la storia della sua formazione, il sottofondo che lo ha reso possibile, le diverse accentuazioni di cui è stato oggetto, pur respingendone qualsiasi uso strumentale (anche politico), di ieri e di oggi. Solo in questo modo se ne può cogliere l’eventuale pertinenza anche nel nostro contesto: la chiesa è effettivamente necessaria per la salvezza, perché è la traccia storica del disegno di Dio manifestatosi in Gesù Cristo.
Le vie dell'iconografia cristiana nell'Antichità e nel Medioevo
André Grabar, Le vie dell'iconografia cristiana. Antichità e Medioevo, Jaca Book, 2011, 38,00 €
André
Grabar ci offre con quest’opera, che è stata senza dubbio la prima del
suo genere e per molti versi è rimasta insuperata, una veduta d’insieme
di un millennio di arte cristiana, dal III al XIII secolo. L’accento vi è
spostato dalla considerazione delle forme e delle tecniche artistiche
all’indagine del contenuto intellettuale e del valore semiotico delle
immagini, attraverso la cui analisi viene rintracciata e ricostruita
l’interpretazione dei soggetti cristiani in epoche e zone geografi che
differenti. Sulla linea degli ormai classici e imprescindibili studi di
mâle e sauter, l’autore smonta il meccanismo della creazione e stana,
nel momento stesso della loro genesi, temi iconografi ci di lunghissima
durata. Una ricca erudizione, associata alla capacità di servirsi con
rigore di fonti eterogenee (dalle credenze popolari alle arti minori, al
magistero ecclesiastico, alle speculazioni degli ambienti colti), fa di
questo libro – organizzato come un dittico di cui Antichità e medioevo
costituiscono i pannelli – un testo di lettura assai piacevole, in grado
di illuminare la storia dell’arte come anche la storia del
cristianesimo
Gaudì. La Sagrada Familia
Gaudì. La Sagrada Familia, Jaca Book, 2011, 90,00 €
Nuova edizione con DVD
Foto di Pepe Navarro. Contiene immagini inedite della basilica ultimata e un filmato della consacrazione di Benedetto XVI
L’esistenza di un monumento come la
Sagrada Familia nel cuore del XX secolo resta un’eccezione e insieme una
sfida per la cultura architettonica contemporanea. Essa rappresenta il
prodotto, soltanto ora ultimato, dello sforzo collettivo di un’intera
città e in questo assomiglia più all’impresa plurisecolare di una
cattedrale medievale che a qualsiasi edificio contemporaneo.
Come nessun altro architetto del Novecento, Gaudì con la Sagrada Familia ha dato vita ad uno spazio sacro nel cuore vivo di una comunità (quando LeCorbusier con Ronchamp ha saputo farlo in un contesto isolato e attraverso un dialogo personale e privato - per quanto fertilissimo - con un interlocutore religioso).
Impresa pubblica e civile come nessun’altra, oltre che sfida per un’architettura religiosa, la Sagrada Familia è tuttavia prodotto in fieri di una genialità costruttiva entusiasmante, frutto di una ricerca tecnologica che non manca di affascinare anche i più disincantati interpreti e protagonisti della vocazione virtuosistica propria dell’architettura contemporanea.
Questo libro tuttavia testimonia - attraverso un repertorio inedito di immagini, gli interventi di studiosi e degli stessi protagonisti del cantiere di oggi - come nella Sagrada Familia si materializzi un’originale saldatura fra la componente tecnica e quella del significato, fra la dimensione creativa individuale ed il lavoro collettivo, fra il contesto civile di una città e lo spazio sacro di una chiesa.
Senza nulla togliere al genio di Gaudì, anzi a conferma della sua inventiva, il volume testimonia perciò l’esistenza di un cantiere vivo animato da architetti, ingegneri, esperti di tecnologie digitali, artigiani, storici dell’architettura, teologi e iconografi, tutti coinvolti nel progresso del progetto di Gaudì.
Come nessun altro architetto del Novecento, Gaudì con la Sagrada Familia ha dato vita ad uno spazio sacro nel cuore vivo di una comunità (quando LeCorbusier con Ronchamp ha saputo farlo in un contesto isolato e attraverso un dialogo personale e privato - per quanto fertilissimo - con un interlocutore religioso).
Impresa pubblica e civile come nessun’altra, oltre che sfida per un’architettura religiosa, la Sagrada Familia è tuttavia prodotto in fieri di una genialità costruttiva entusiasmante, frutto di una ricerca tecnologica che non manca di affascinare anche i più disincantati interpreti e protagonisti della vocazione virtuosistica propria dell’architettura contemporanea.
Questo libro tuttavia testimonia - attraverso un repertorio inedito di immagini, gli interventi di studiosi e degli stessi protagonisti del cantiere di oggi - come nella Sagrada Familia si materializzi un’originale saldatura fra la componente tecnica e quella del significato, fra la dimensione creativa individuale ed il lavoro collettivo, fra il contesto civile di una città e lo spazio sacro di una chiesa.
Senza nulla togliere al genio di Gaudì, anzi a conferma della sua inventiva, il volume testimonia perciò l’esistenza di un cantiere vivo animato da architetti, ingegneri, esperti di tecnologie digitali, artigiani, storici dell’architettura, teologi e iconografi, tutti coinvolti nel progresso del progetto di Gaudì.
sabato 12 novembre 2011
L'etica smarrita della liberazione
Elena Colombetti, L'etica smarrita della liberazione. L'eredità di Simone De Beauvoir nella maternità "biotech", Vita e Pensiero, 2011, 15,00 €
Sono passati poco più di tre decenni dalla nascita di Louise Brown, prima “bambina in provetta”, e le biotecnologie legate alla generazione umana sono ormai vissute e rappresentate solo nella loro dimensione tecnico-pratica, spesso banalizzate nel campo delle offerte mediche disponibili. Il tortuoso cammino che la liberazione della donna e della procreazione ha percorso e sta percorrendo, enfatizzando in modo unilaterale la volontà soggettiva, rischia di “perdere l’etica per strada”. Da qui il titolo del libro di Elena Colombetti: un’etica smarrita della liberazione, nel duplice senso di un’etica che non sa più dove andare, confusa, e di un’etica che è stata persa, a volte per assenza di pensiero. Cercando di ricostruire criticamente la storia dei pensiero femminile che ha accompagnato la nascita e lo sviluppo delle nuove tecnologie riproduttive, Elena Colombetti mette in luce in particolare la ricaduta del pensiero di Simone de Beauvoir sull’interpretazione delle nuove biotecnologie e sulla traiettoria della comprensione del rapporto tra maternità e libertà.
Sono passati poco più di tre decenni dalla nascita di Louise Brown, prima “bambina in provetta”, e le biotecnologie legate alla generazione umana sono ormai vissute e rappresentate solo nella loro dimensione tecnico-pratica, spesso banalizzate nel campo delle offerte mediche disponibili. Il tortuoso cammino che la liberazione della donna e della procreazione ha percorso e sta percorrendo, enfatizzando in modo unilaterale la volontà soggettiva, rischia di “perdere l’etica per strada”. Da qui il titolo del libro di Elena Colombetti: un’etica smarrita della liberazione, nel duplice senso di un’etica che non sa più dove andare, confusa, e di un’etica che è stata persa, a volte per assenza di pensiero. Cercando di ricostruire criticamente la storia dei pensiero femminile che ha accompagnato la nascita e lo sviluppo delle nuove tecnologie riproduttive, Elena Colombetti mette in luce in particolare la ricaduta del pensiero di Simone de Beauvoir sull’interpretazione delle nuove biotecnologie e sulla traiettoria della comprensione del rapporto tra maternità e libertà.
L'Islam oltre i luoghi comuni
Charles Lindberg, l'Islam oltre i luoghi comuni, Pendragon, 2011, 25,00 €
Il volume ripercorre la storia dell’islam dalla sua fondazione ai giorni nostri, incrociando i dati di natura religiosa con quelli più strettamente storico-politici. Idea di fondo dell’autore è quella di tracciare, in oltre 600 pagine, un profilo il più possibile esaustivo della “questione Islam”, cercando di capire quali sono i luoghi comuni che l’Occidente ha sempre associato all’Islam e quali invece le peculiarità di una religione così strettamente in relazione con il potere politico di una zona cruciale del mondo.
Il volume ripercorre la storia dell’islam dalla sua fondazione ai giorni nostri, incrociando i dati di natura religiosa con quelli più strettamente storico-politici. Idea di fondo dell’autore è quella di tracciare, in oltre 600 pagine, un profilo il più possibile esaustivo della “questione Islam”, cercando di capire quali sono i luoghi comuni che l’Occidente ha sempre associato all’Islam e quali invece le peculiarità di una religione così strettamente in relazione con il potere politico di una zona cruciale del mondo.
La speranza non è in vendita
Luigi Ciotti, La speranza non è in vendita, Giunti, 2011, 10,00 €
"Finché c'è vita c'è speranza". Il detto è molto antico ma vero solo per metà. Non basta infatti essere vivi, per sperare: bisogna anche credere nella giustizia e impegnarsi a costruirla. Non è sufficiente indignarsi, riempire le piazze, esibire mani pulite, un profilo morale trasparente. L'etica individuale è la base di tutto, la premessa per non perdere la stima di sé. Ma per fermare il mercato delle "false" speranze bisogna trasformare la denuncia dell'ingiustizia in impegno per costruire giustizia. Questi i grandi temi che scandiscono i capitoli del libro, nei quali Don Luigi Ciotti invita a scommettere di nuovo sulle ragioni dell'impegno: Diseguaglianze, Migranti, Solidarietà e Diritti, Democrazia, Costituzione, Mafie e Chiese che "interferiscono", Legalità, Educazione e Responsabilità, Speranza. Con la concretezza che viene dal grande lavoro nel sociale, questo libro di Don Ciotti, fondatore di "Gruppo Abele" e" Libera", offre le ragioni per reagire al decadimento politico e culturale; un invito puntuale e incalzante per la mobilitazione di tutti.
"Finché c'è vita c'è speranza". Il detto è molto antico ma vero solo per metà. Non basta infatti essere vivi, per sperare: bisogna anche credere nella giustizia e impegnarsi a costruirla. Non è sufficiente indignarsi, riempire le piazze, esibire mani pulite, un profilo morale trasparente. L'etica individuale è la base di tutto, la premessa per non perdere la stima di sé. Ma per fermare il mercato delle "false" speranze bisogna trasformare la denuncia dell'ingiustizia in impegno per costruire giustizia. Questi i grandi temi che scandiscono i capitoli del libro, nei quali Don Luigi Ciotti invita a scommettere di nuovo sulle ragioni dell'impegno: Diseguaglianze, Migranti, Solidarietà e Diritti, Democrazia, Costituzione, Mafie e Chiese che "interferiscono", Legalità, Educazione e Responsabilità, Speranza. Con la concretezza che viene dal grande lavoro nel sociale, questo libro di Don Ciotti, fondatore di "Gruppo Abele" e" Libera", offre le ragioni per reagire al decadimento politico e culturale; un invito puntuale e incalzante per la mobilitazione di tutti.
Mentre il mondo stava a guardare
Silvana Arbia, Mentre il mondo stava a guardare, Mondadori, 2011, 17,50 €
Silvana Arbia è una delle persone più temute dai criminali di guerra e dai grandi ricercati internazionali. Oggi a capo della Cancelleria del Tribunale penale internazionale dell'Aja, ha lavorato per otto anni da procuratore, in prima linea. Incarico che l'ha portata nelle zone più pericolose dell'Africa, dove ha incontrato autori di efferati crimini contro l'umanità. Come Pauline Nyiramasuhuko, ministro della Famiglia in Ruanda e prima donna accusata di stupro contro l'umanità, o il sacerdote Athanase Seromba, responsabile del massacro di duemila tutsi nella sua stessa chiesa. In questa testimonianza drammatica e preziosa ci racconta da un punto di vista assolutamente unico alcune spaventose violenze di massa, oggi spesso dimenticate, dando voce alle vittime dei genocidi, analizzando come agiscono i più feroci carnefici, e spiegando perché molti Stati spesso intralciano l'azione della giustizia. Raccontandoci la sua esperienza professionale e di vita, Silvana Arbia ci offre uno straordinario esempio della battaglia civile per la ricerca della verità.
Silvana Arbia è una delle persone più temute dai criminali di guerra e dai grandi ricercati internazionali. Oggi a capo della Cancelleria del Tribunale penale internazionale dell'Aja, ha lavorato per otto anni da procuratore, in prima linea. Incarico che l'ha portata nelle zone più pericolose dell'Africa, dove ha incontrato autori di efferati crimini contro l'umanità. Come Pauline Nyiramasuhuko, ministro della Famiglia in Ruanda e prima donna accusata di stupro contro l'umanità, o il sacerdote Athanase Seromba, responsabile del massacro di duemila tutsi nella sua stessa chiesa. In questa testimonianza drammatica e preziosa ci racconta da un punto di vista assolutamente unico alcune spaventose violenze di massa, oggi spesso dimenticate, dando voce alle vittime dei genocidi, analizzando come agiscono i più feroci carnefici, e spiegando perché molti Stati spesso intralciano l'azione della giustizia. Raccontandoci la sua esperienza professionale e di vita, Silvana Arbia ci offre uno straordinario esempio della battaglia civile per la ricerca della verità.
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