Anthony Grafton-Williams Megan, Come il cristianesimo ha trasformato il libro, Carocci, 2009, 29,00 €
Durante i primi tre secoli dell'era cristiana, sulla spinta delle nuove
esigenze di studio e di esegesi dei testi biblici e patristici, si
assistette a un graduale passaggio dal rotolo papiraceo al codice e, di
conseguenza, alla definizione di quella che sarà la forma del libro. Una
forma destinata a rimanere sostanzialmente invariata fino ai nostri
giorni, anche dopo l'avvento verso la metà del Quattrocento della stampa
a caratteri mobili. Questa trasformazione fu opera in particolare di
due eruditi cristiani, Origene e il suo allievo Eusebio, attivi nella
provincia romana di Cesarea, in Palestina. Pur rielaborando alcuni
modelli già esistenti, i due studiosi misero a punto infatti un "nuovo"
tipo di supporto (il codice) e di disposizione grafica del testo (per
colonne parallele) che rendeva più agevole tutta una serie di pratiche
di lettura e di studio fino a quel momento impossibili sul vecchio
rotolo; o almeno assai più faticose. Ripercorrendo questo momento
decisivo nella storia del libro e della trasmissione della cultura, con
il gusto della narrazione e dell'aneddoto propri della migliore
tradizione storiografica anglosassone, Anthony Grafton e Megan Williams
ci guidano alla scoperta di un mondo lontano e affascinante, animato da
copisti e collezionisti, bibliotecari e bibliofili, pagani ed eretici,
facendo così emergere l'inestimabile contributo che la cultura cristiana
nel suo complesso ha apportato alla conservazione e alla diffusione del
sapere.
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