Martin Buber-Franz Rosenzweig, Amicizia nella parola. Carteggio, Morcelliana, 2011, 18,50 €
Nel genere dell'epistolario si rivela l'intensità argomentativa dei
grandi pensatori. Qui due maestri della filosofia come 'dialogo' -
Rosenzweig e Buber - mettono a nudo l'intima corrispondenza come
esercizio filosofico. Un esercizio all'insegna dell'amicizia e della
reciproca discepolanza: aver cura delle proprie radici ed essere l'uno
maestro dell'altro, nel solco della tradizione di Israele, significa
anche essere condiscepoli nell'avventura di una nuova traduzione tedesca
della Bibbia ebraica - che Buber dovrà continuare da solo dopo la
scomparsa dell'amico. Il dialogo è talmente 'vivo' da dissolvere lo
schema che concatena una missiva con la sua risposta: sfugge ai nostri
occhi fino a oscurarsi il rapporto io-tu, ma pure se invisibile rivela
il profondo intreccio con l'Alterità: "Perché, come potrebbero essere i
gomitoli aggrovigliati l'uno all'altro, se quell'altra Mano non li
avesse legati insieme per una estremità'". Le lettere si inanellano in
una ideale conversazione che riproduce le pause e le accelerazioni, la
condivisione e il dissenso concettuale, l'armonia e le fratture di cui
si alimenta il legame dell'amicizia.
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