Paolo De Benedetti, Detti dei Padri (dal Talmud), Morcelliana, 2011
Il famoso libro del Talmud, "Pirqè avot", o i
Detti dei Padri, contenente la morale dei Maestri, è commentato da Paolo De
Benedetti, uno dei maggiori ebraisti contemporanei.
Con Paolo De Benedetti ci troviamo davvero in un “luogo di
incontro per sapienti”. Dove la sapienza, come spiega lui stesso in questo
libro, non è un conoscere intellettuale elargito dall’alto, ma una modalità
dell’ascolto e della parola, dell’interrogazione e del dubbio, dell’ironia e
della compassione.
Una sapienza riconoscibile nel piccolo trattato dei Pirqè
avot, o Detti dei padri, che è una collezione di massime sapienziali e morali
raccolte nella Mishnà (il nucleo di compilazione della legge orale che ha dato
luogo al Talmud). I “padri” sono autori vissuti, all’incirca, tra l’epoca di
Esdra (IV secolo a.e.v.) e il II secolo dell’era volgare. Anche se si tratta di
autori diversi vissuti in epoche diverse, ciò che sorprende è una uniformità di
stile, una modalità di suscitare attenzione e di ricondurla all’insegnamento
della Torà.
Uno stile in cui riconosciamo lo stesso Paolo De Benedetti,
nell’esercizio vivo e gioioso della conoscenza: quasi a tracciare una “catena
della ricezione” che, di generazione in generazione, passa dalla Torà ai detti
dei padri, alla tradizione rabbinica, giungendo nei secoli fino a noi.
(Gabriella Caramore)
Nessun commento:
Posta un commento