Alberto Mello, L'ebraicità di Gesù e dei Vangeli, EDB, 12,80 €
Il percorso storico di Gesù, i suoi gesti come
le sue parole, sono da leggere in un contesto ebraico. Gesù
appartiene infatti al suo popolo. Dal punto di vista religioso e
antropologico, egli rimane sostanzialmente un ebreo circonciso
l'ottavo giorno, che celebra Pesach, che il sabato va in sinagoga,
che legge la Scrittura in ebraico e pronuncia la benedizione sul
pane e sul vino.
Per definire l'ebraismo di Gesù l'autore cerca
di mettere a fuoco sia le somiglianze che le differenze con le
varie forme di ebraismo del suo tempo, per quanto documentate o
ricostruibili dalle fonti. Individua quattro tappe essenziali: le
origini familiari di Gesù, la preparazione al ministero
pubblico nel deserto accanto a Giovanni Battista, il ministero in
Galilea che entra talvolta in collisione con l'osservanza dei
farisei, la morte a Gerusalemme che comporta lo scontro con
l'autorità religiosa sadducea e il potere di occupazione
romano.
La prima parte del testo è dedicata all'ebreo
Gesù, la seconda all'ebraicità dei Vangeli.
Quest'ultima affronta gli aspetti letterari e teologici, spesso
problematici, che legano strettamente i testi su Gesù alla
Bibbia e alla teologia ebraica, quali il compimento, la
sostituzione e l'antigiudaismo cristiano.
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