Liu Xiaobo, Monologhi del giorno del giudizio, Mondadori, 2011, 17,00 €
Nel 2009 la Corte popolare di Pechino ha processato e condannato alcuni
intellettuali e giornalisti per aver partecipato alla stesura e alla
diffusione di Carta 08, un manifesto civile volto a promuovere
importanti riforme politiche e a sostenere la causa della difesa dei
diritti umani. Un anno dopo l'ispiratore e primo firmatario del
documento, Liu Xiaobo, è stato insignito del premio Nobel per la pace,
ma non ha potuto ritirarlo perché rinchiuso in prigione, dove dovrà
rimanere per altri dieci anni. Sfidando ancora una volta la censura di
Pechino, in questa raccolta di saggi e poesie Liu Xiaobo ci offre un
vasto e sconvolgente spaccato della Cina di oggi. I cittadini del paese
che ambisce al ruolo di prima potenza economica mondiale vengono
descritti, infatti, come cinici, ossessionati dal successo economico e
personale, o come fanatici nazionalisti. Eppure, nonostante l'attuale
vittoria delle forze illiberali, agli occhi di Liu Xiaobo sono evidenti
le crepe che faranno implodere il sistema autoritario cinese. Ovunque
nel paese stanno crescendo la disillusione giovanile, lo scollamento tra
realtà concreta e ideologia politica, la rabbia contro la prepotenza
dei burocrati. Malgrado la ridotta libertà d'espressione e l'oppressione
del governo sulla società civile, è nel progressivo diffondersi di
questi movimenti dal basso che Liu Xiaobo ripone le sue speranze, o
meglio le sue certezze, di un futuro democratico anche per la Cina.
Prefazione di Federico Rampini.
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