Giovanni Filoramo, La croce e il potere. I cristiani da martiri a persecutori, Laterza, 2011, 24,00 €
Settant'anni, e la Chiesa da perseguitata si trasforma in Chiesa di
Stato. Settant'anni, e la croce si trasforma in simbolo di vittoria e di
potere.
«I protagonisti di questa storia sono essenzialmente due: gli
imperatori romani da Costantino a Teodosio, da un lato, e vescovi
cristiani, da Eusebio e Atanasio ad Ambrogio e Agostino, dall'altro. In
sintesi, i rappresentanti del potere politico e del potere ecclesiastico
dell'epoca. Mentre gli imperatori in questione non hanno avuto
successori, i continuatori del potere ecclesiastico, dopo milleseicento
anni, sono ancora tra noi»: sono stati in particolare questi uomini a
rendere possibili trasformazioni destinate a condizionare la storia del
mondo in cui viviamo.
È infatti in un breve periodo, compreso tra l'editto di Costantino nel
313 sulla libertà di culto e il 380, quando Teodosio dichiara il
cristianesimo unica religione ufficiale dell'Impero romano, che i
cristiani da martiri diventano persecutori e la loro croce, fino a quel
momento simbolo della passione e della morte di Cristo, diviene
strumento di potere e controllo. Giovanni Filoramo racconta questa
straordinaria storia, fatta di conflitti sempre più violenti tra i
seguaci dei culti pagani e i cristiani, di divisioni interne tra i vari
gruppi cristiani in Oriente, in Europa e in Africa, di relazioni sempre
più strette tra capi religiosi e capi del potere politico. Fino a quando
la Chiesa cattolica, sconfitti nemici interni ed esterni attraverso una
serie di persecuzioni, si affermerà come l'unico potere religioso
dell'Impero.
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