Oltre che contribuire a sollevare il peso di antiche miserie,
il sentimento della compassione può essere investito in opere di cultura e cura,
attuali e diverse? Che forme può prendere oggi la partecipazione all’umana
sofferenza?
Compassione: condividere la passione, misericordia, cordialità
per i miseri. Dalla tarda latinità attraverso il medioevo cristiano, seguendo i
percorsi della religiosità evangelica e laica, della benevolenza e della
filantropia, le compassionevoli opere di misericordia – enunciate nel Vangelo di
Matteo – sono giunte fino ai nostri giorni. Oggi il contesto sociale è
profondamente mutato e il senso di quelle categorie morali può tradursi in
comportamenti nuovi e «rovesciati» rispetto alle opere contemplate dall’etica
caritativa della tradizione cristiana: così il dar da mangiare agli affamati può
ribaltarsi nell’esigenza di sottoalimentare gli obesi, l’alloggiare i pellegrini
nel non respingere gli immigrati, o il visitare gli ammalati può
problematizzarsi nel coltivare il dialogo con i pazienti.
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