Franco Cardini, Il turco a Vienna, Laterza, 2011, 28,00 €
La capitale dell'impero, l'esercito cristiano contro l'esercito turco, due mesi di assedio, una splendida domenica di gloria.
«Cominciò così la grande battaglia attorno alle mura di Vienna. Era il
12, nel giorno di domenica benaugurante per i cristiani. Alle quattro
del mattino, re Giovanni insieme con il figlio Jakub servì personalmente
e con devozione la messa celebrata da frate Marco nella cappella
camaldolese. Lo scontro si protrasse fino a sera per concludersi
trionfalmente in Vienna liberata; all'alba del giorno dopo, sotto il
ricco padiglione del gran visir conquistato dalle sue truppe che stavano
saccheggiando il campo ottomano, Giovanni III poteva scrivere una
trionfante lettera alla sua regale consorte. Terminava così, dopo due
lunghi mesi, l'incubo dell'assedio alla prima città del Sacro Romano
Impero e capitale della compagine territoriale ereditaria asburgica. Con
esso, l'ultima Grande Paura provocata da un assalto ottomano a una
Cristianità peraltro tutto meno che unita.»
La Francia del Re Sole è restata in disparte, ostile. La Russia di
Pietro il Grande ha assistito guardinga. L'Inghilterra, il mondo
baltico, la stessa cattolicissima Spagna si sono mantenuti lontani dal
teatro di guerra che ha visto la croce lottare contro la mezzaluna. Solo
un monarca musulmano, lo shah di Persia, sembra esultare senza riserve
per la sconfitta del collega ottomano.
È stata davvero una grande giornata, quel 12 settembre 1683, fondamentale per la storia dell'Europa moderna.
Se noi risolviamo i problemi della fede col metodo della sola autorità, possediamo certamente la verità, ma in una testa vuota! (San Tommaso)
mercoledì 28 dicembre 2011
sabato 24 dicembre 2011
Mappe di Terra Santa dal '500 al '700
Francesco Pettinarolo, Terra della parola. Mappe di Terra Santa dal '500 al '700, Terra santa, 2011, 12,00 €
"La passione e l'interesse per la cartografia e la stima per il lavoro della Custodia di Terra Santa, hanno fatto sì che in occasione dell'apertura della nuova Libreria Terra Santa a Milano mi decidessi a realizzare questo piccolo catalogo, che non vuole essere un manuale cartografico, ma vuole presentare, attraverso una ventina di mappe, il percorso e l'evoluzione della cartografia sulla Terra Santa nel corso dei secoli. Dobbiamo ricordare che la Terra Santa è il soggetto della prima mappa stampata della storia (mappa che è inclusa nel Rudimentum Novitiorum sive chronicarum historiarum epitome di Lucas Brandis de Schass, Lubecca, 1475) e che per molti secoli la Terra Santa è stata il soggetto più importante della cartografia. Per ebrei e cristiani, per i quali la Bibbia è il fondamento della fede, Gerusalemme era e rimaneva la Città eterna e, di conseguenza, il centro del mondo, non solo dal punto di vista spirituale, ma anche materiale; le descrizioni medievali della Terra esprimevano bene questo pensiero inserendo Gerusalemme al centro di fantasiose mappe circolari che la rappresentavano come l'ombelico del mondo". (dall'Introduzione di Francesco Pettinaroli). Il volume raccoglie le immagini e la descrizione di oltre 20 mappe antiche a stampa provenienti dalla collezioni Pettinaroli di Milano (tra gli altri di Tolomeo, Ortelio e Mercatore), da quelle xilografiche più antiche ed essenziali, a quelle più decorative e figurate dell'età barocca.
"La passione e l'interesse per la cartografia e la stima per il lavoro della Custodia di Terra Santa, hanno fatto sì che in occasione dell'apertura della nuova Libreria Terra Santa a Milano mi decidessi a realizzare questo piccolo catalogo, che non vuole essere un manuale cartografico, ma vuole presentare, attraverso una ventina di mappe, il percorso e l'evoluzione della cartografia sulla Terra Santa nel corso dei secoli. Dobbiamo ricordare che la Terra Santa è il soggetto della prima mappa stampata della storia (mappa che è inclusa nel Rudimentum Novitiorum sive chronicarum historiarum epitome di Lucas Brandis de Schass, Lubecca, 1475) e che per molti secoli la Terra Santa è stata il soggetto più importante della cartografia. Per ebrei e cristiani, per i quali la Bibbia è il fondamento della fede, Gerusalemme era e rimaneva la Città eterna e, di conseguenza, il centro del mondo, non solo dal punto di vista spirituale, ma anche materiale; le descrizioni medievali della Terra esprimevano bene questo pensiero inserendo Gerusalemme al centro di fantasiose mappe circolari che la rappresentavano come l'ombelico del mondo". (dall'Introduzione di Francesco Pettinaroli). Il volume raccoglie le immagini e la descrizione di oltre 20 mappe antiche a stampa provenienti dalla collezioni Pettinaroli di Milano (tra gli altri di Tolomeo, Ortelio e Mercatore), da quelle xilografiche più antiche ed essenziali, a quelle più decorative e figurate dell'età barocca.
Mille anni a Camaldoli
Tonino Ceravolo, Mille anni a Camaldoli, Rubbettino, 2011, 48,00 €
Da mille anni, situata al centro della Foresta del Casentino, in provincia di Arezzo, la comunità monastica di Camaldoli è luogo di incontro tra uomini assetati di Dio e un Dio che in Cristo si è messo sui passi dell’umana avventura. Luogo di preghiera. Luogo di ricerca. Luogo di dialogo. Ed è un ininterrotto dialogo ad alimentare la vita dei camaldolesi: dialogo tra la vita eremitica di monaci che vivono in celle separate e si ritrovano insieme solo per la preghiera e quella cenobitica di monaci che vivono nel medesimo spazio conventuale. Tra le due esperienze che costituiscono la vita dei camaldolesi — l’eremo e il monastero — sta lo spazio di una natura incontaminata, splendida in ogni stagione dell’anno, che ricorda che Dio si lascia incontrare soprattutto nel silenzio. Ma Camaldoli è soprattutto un luogo che, nel passare dei tempi e dei costumi, continua a celebrare il sacramento dell’ospitalità, quella autentica che sa toccare e aprire il cuore anche dell’ultimo arrivato. Qui si sono riuniti i grandi del Rinascimento fiorentino, qui dai primi del Novecento si incontrano gli Universitari della Fuci, qui provano da trent’anni a meglio conoscersi Ebrei e Cristiani. Qui - da mille anni - si danno appuntamento anime pensose del mistero di Dio e del mistero dell’uomo. Da oggi, lo spirito di Camaldoli rivive nelle pagine di questo straordinario volume, il primo interamente dedicato a Camaldoli. Circa 300 pagine tutte a colori, arricchite dalle immagini del celebre fotografo spagnolo Fernando Moleres che aiuteranno il lettore a percorrere un itinerario di intensa spiritualità ma anche di grande bellezza e forza espressiva. I testi, alcuni dei quali scritti dagli stessi monaci, ricostruiscono la storia di Camaldoli e del suo insediamento monastico. Un’intera sezione è riservata ai tesori d’arte e librari custoditi nel monastero, molti dei quali finora assolutamente inediti. Ampio spazio è dedicato infine alla spiritualità camaldolese e alla sua specificità.
Da mille anni, situata al centro della Foresta del Casentino, in provincia di Arezzo, la comunità monastica di Camaldoli è luogo di incontro tra uomini assetati di Dio e un Dio che in Cristo si è messo sui passi dell’umana avventura. Luogo di preghiera. Luogo di ricerca. Luogo di dialogo. Ed è un ininterrotto dialogo ad alimentare la vita dei camaldolesi: dialogo tra la vita eremitica di monaci che vivono in celle separate e si ritrovano insieme solo per la preghiera e quella cenobitica di monaci che vivono nel medesimo spazio conventuale. Tra le due esperienze che costituiscono la vita dei camaldolesi — l’eremo e il monastero — sta lo spazio di una natura incontaminata, splendida in ogni stagione dell’anno, che ricorda che Dio si lascia incontrare soprattutto nel silenzio. Ma Camaldoli è soprattutto un luogo che, nel passare dei tempi e dei costumi, continua a celebrare il sacramento dell’ospitalità, quella autentica che sa toccare e aprire il cuore anche dell’ultimo arrivato. Qui si sono riuniti i grandi del Rinascimento fiorentino, qui dai primi del Novecento si incontrano gli Universitari della Fuci, qui provano da trent’anni a meglio conoscersi Ebrei e Cristiani. Qui - da mille anni - si danno appuntamento anime pensose del mistero di Dio e del mistero dell’uomo. Da oggi, lo spirito di Camaldoli rivive nelle pagine di questo straordinario volume, il primo interamente dedicato a Camaldoli. Circa 300 pagine tutte a colori, arricchite dalle immagini del celebre fotografo spagnolo Fernando Moleres che aiuteranno il lettore a percorrere un itinerario di intensa spiritualità ma anche di grande bellezza e forza espressiva. I testi, alcuni dei quali scritti dagli stessi monaci, ricostruiscono la storia di Camaldoli e del suo insediamento monastico. Un’intera sezione è riservata ai tesori d’arte e librari custoditi nel monastero, molti dei quali finora assolutamente inediti. Ampio spazio è dedicato infine alla spiritualità camaldolese e alla sua specificità.
sabato 17 dicembre 2011
Lo Spirito Santo nella teologia ortodossa russa
Rowan Williams, Lo spirito testimone silenzioso. Lo spirito santo nella teologia ortodossa russa, Qiqajon, 2011, 10,00 €
Uno sguardo penetrante sulla teologia ortodossa del XX secolo e sull'azione dello Spirito nella vita della Chiesa e del credente. In questo saggio sullo Spirito santo l'autore, attraverso tre teologi ortodossi del XX secolo Florenskij, Bulgakov e Lossky -, ci offre una chiave di lettura fondamentale per riflettere su molte realtà della vita spirituale cristiana. Queste pagine ci conducono, infatti, a considerare temi quali il Regno, la profezia, la Trinità, la chiesa, l'umanità, la creazione, la libertà... a partire dall'adagio della tradizione orientale: "Scopo della vita cristiana è l'acquisizione dello Spirito Santo". Il cristiano, impegnato nella Chiesa e nel mondo, è così guidato anzitutto a discernere in ogni situazione che vive, personale o comunitaria, la testimonianza silenziosa dello Spirito per radicare in essa la propria presenza e azione.
Uno sguardo penetrante sulla teologia ortodossa del XX secolo e sull'azione dello Spirito nella vita della Chiesa e del credente. In questo saggio sullo Spirito santo l'autore, attraverso tre teologi ortodossi del XX secolo Florenskij, Bulgakov e Lossky -, ci offre una chiave di lettura fondamentale per riflettere su molte realtà della vita spirituale cristiana. Queste pagine ci conducono, infatti, a considerare temi quali il Regno, la profezia, la Trinità, la chiesa, l'umanità, la creazione, la libertà... a partire dall'adagio della tradizione orientale: "Scopo della vita cristiana è l'acquisizione dello Spirito Santo". Il cristiano, impegnato nella Chiesa e nel mondo, è così guidato anzitutto a discernere in ogni situazione che vive, personale o comunitaria, la testimonianza silenziosa dello Spirito per radicare in essa la propria presenza e azione.
mercoledì 7 dicembre 2011
Detti dei Padri, dal Talmud
Paolo De Benedetti, Detti dei Padri (dal Talmud), Morcelliana, 2011
Il famoso libro del Talmud, "Pirqè avot", o i
Detti dei Padri, contenente la morale dei Maestri, è commentato da Paolo De
Benedetti, uno dei maggiori ebraisti contemporanei.
Con Paolo De Benedetti ci troviamo davvero in un “luogo di
incontro per sapienti”. Dove la sapienza, come spiega lui stesso in questo
libro, non è un conoscere intellettuale elargito dall’alto, ma una modalità
dell’ascolto e della parola, dell’interrogazione e del dubbio, dell’ironia e
della compassione.
Una sapienza riconoscibile nel piccolo trattato dei Pirqè
avot, o Detti dei padri, che è una collezione di massime sapienziali e morali
raccolte nella Mishnà (il nucleo di compilazione della legge orale che ha dato
luogo al Talmud). I “padri” sono autori vissuti, all’incirca, tra l’epoca di
Esdra (IV secolo a.e.v.) e il II secolo dell’era volgare. Anche se si tratta di
autori diversi vissuti in epoche diverse, ciò che sorprende è una uniformità di
stile, una modalità di suscitare attenzione e di ricondurla all’insegnamento
della Torà.
Uno stile in cui riconosciamo lo stesso Paolo De Benedetti,
nell’esercizio vivo e gioioso della conoscenza: quasi a tracciare una “catena
della ricezione” che, di generazione in generazione, passa dalla Torà ai detti
dei padri, alla tradizione rabbinica, giungendo nei secoli fino a noi.
(Gabriella Caramore)
Fede nella Chiesa?
Piero Stefani, Fede nella Chiesa?, Morcelliana, 2011
Che rapporto c'è tra fede e religione, sono complementari o
si oppongono? Se il cattolicesimo rivendica il suo esser religione - l'unica
vera - non si afferma in modo sempre più autonomo la fede come ciò che può
toccare ogni uomo, dentro o fuori della rivelazione? Dilemmi che non solo
riguardano l'essenza del cristianesimo, ma oggi, fra ritorno del
"religioso" e nuovi fondamentalismi, sono quanto mai attuali.
Come si declina il credere del singolo all’interno
dell’istituzione Chiesa? Si cerca qui di rispondere seguendo due binari: da una
parte interrogando i fondamenti stessi del cristianesimo, dunque formulando la
domanda come problema teologico; dall’altra osservando la pratica di vita del
cristiano nella Chiesa di oggi, con richiami all’attualità del Vangelo.
Il nocciolo teologico riconduce al paradosso di Karl Barth –
per cui Dio è il Totalmente Altro cui solo si può credere – e pone il serio
dilemma della dialettica fra religione e fede, nel senso non solo della
contrapposizione ma della complementarietà: come pensare infatti una scelta di
fede senza constatare l’anteriorità della religione? Una radice dialettica del
cristianesimo che si traduce anche nell’antinomia fra il nostro appartenere a
una Tradizione, che come tale si irrigidisce nell’ordine di una comunità
religiosa, e il nostro viverla come appello. Nelle diverse sfaccettature, le
riflessioni qui compiute convergono sulla categoria che fa del cristianesimo
una religione unica: la libertà. Una sfida teorica, che è anche un monito
all’agire: Ecclesia semper reformanda est.
Elogio della ricerca storica: Giovanni Miccoli
Grado Giovanni Merlo, Giovanni Miccoli. Elogio della ricerca storica, Morcelliana, 2011
Il fiato lungo di una ricerca si rivela nel suo metodo: se
questo nel corso del tempo sempre più si determina e supera la biografia
intellettuale di chi lo pensa, vuol dire che è già un modello per la stessa
disciplina. È il caso del modello storiografico di Giovanni Miccoli. Al mutare
degli oggetti della sua ricerca, si chiarifica la ragione che la guida: fare
storia significa pensare per problemi, e non parcellizzarla; vuol dire
riconoscerne i nessi, quelli ad esempio fra “storia della Chiesa” e “storia medievale”.
Nelle pieghe dell’epoca medievale vi sono elementi che si evolvono lungo le
epoche successive; mestiere dello storico è decifrarli. I cinque saggi di
questo libro spiegano così le due anime di Miccoli: una è negli studi
medievistici condotti alla scuola di Delio Cantimori e Arsenio Frugoni – e con
i volumi sulla Chiesa gregoriana, su San Francesco d’Assisi e la Storia
religiosa dell’Italia fino alla prima età moderna –; l’altra è nelle questioni
di storia della Chiesa contemporanea, affrontate con lo stesso rigore, come il
rapporto fra antisemitismo e cattolicesimo. Una coscienza storica che si
alimenta delle metamorfosi dei medesimi problemi e, pur nella diversità delle
forme del passato, cerca di interpretare il presente proprio nel «serrato dialogo
con la tradizione culturale».
Una nuova generazione di cattolici in politica
Luca Diotallevi, L'ultima chance. Per una generazione nuova di cattolici in politica, Rubbettino, 2011, 14,00 €
La società italiana attraversa una crisi profonda delle istituzioni e degli attori della politica. Servono grandi riforme ma mancano i riformatori. Tutto questo chiama in causa i cattolici per responsabilità precise, per quello che chiedono alla politica e per quello che danno - o non danno - all’elaborazione politica ed all’azione politica. Questo libro vuole essere un contributo all’analisi delle opportunità che la crisi politica apre e delle sfide che impone. È un libro che cerca di non dimenticare che una risposta individuale non è mai all’altezza di una sfida politica. Ed è stato scritto nella convinzione che le eredità di don Luigi Sturzo, di Alcide De Gasperi, e poi quella di tanti altri come Vittorio Bachelet, Roberto Ruffilli e Beniamino Andreatta, siano ancora capaci di orientamento.
La società italiana attraversa una crisi profonda delle istituzioni e degli attori della politica. Servono grandi riforme ma mancano i riformatori. Tutto questo chiama in causa i cattolici per responsabilità precise, per quello che chiedono alla politica e per quello che danno - o non danno - all’elaborazione politica ed all’azione politica. Questo libro vuole essere un contributo all’analisi delle opportunità che la crisi politica apre e delle sfide che impone. È un libro che cerca di non dimenticare che una risposta individuale non è mai all’altezza di una sfida politica. Ed è stato scritto nella convinzione che le eredità di don Luigi Sturzo, di Alcide De Gasperi, e poi quella di tanti altri come Vittorio Bachelet, Roberto Ruffilli e Beniamino Andreatta, siano ancora capaci di orientamento.
martedì 6 dicembre 2011
Emile Zola: J'accuse
Emile Zola, La verità in cammino, La Giuntina, 2011, 9,90 €
Nel 1894 Alfred Dreyfus, un ufficiale ebreo impiegato presso il Ministero della Guerra, fu accusato di aver rivelato segreti relativi alla difesa all’addetto militare tedesco a Parigi. Arrestato in ottobre, dopo un giudizio sommario Dreyfus fu degradato e condannato alla deportazione a vita nell’Isola del Diavolo (Guyana francese).
Zola nel suo J’accuse indica con nome e cognome i responsabili della condanna di un innocente firmando una delle più grandi requisitorie contro la ragion di Stato che siano mai state pronunciate. Una denuncia che rimarrà nella storia, da un lato per la forza e il coraggio che esprime nel voler difendere i valori di giustizia e di libertà e, dall’altro, per il richiamo al principio di responsabilità degli intellettuali. Questo testo di Zola viene pubblicato per la prima volta integralmente così come lo aveva concepito il suo autore.
«Se chi mi legge non conosce ancora il J’accuse, che non aspetti tempo e non lo perda ancora con me leggendomi. Vada a quelle parole che, necessarie per Dreyfus e la Francia, lo divengono universalmente per chiunque sconti l’aggressione del potere. Perché anche le nostre notti non siano “ossessionate dallo spettro dell’innocente che espia laggiù, tra le più atroci torture, un crimine che non ha commesso”».
Nel 1894 Alfred Dreyfus, un ufficiale ebreo impiegato presso il Ministero della Guerra, fu accusato di aver rivelato segreti relativi alla difesa all’addetto militare tedesco a Parigi. Arrestato in ottobre, dopo un giudizio sommario Dreyfus fu degradato e condannato alla deportazione a vita nell’Isola del Diavolo (Guyana francese).
Zola nel suo J’accuse indica con nome e cognome i responsabili della condanna di un innocente firmando una delle più grandi requisitorie contro la ragion di Stato che siano mai state pronunciate. Una denuncia che rimarrà nella storia, da un lato per la forza e il coraggio che esprime nel voler difendere i valori di giustizia e di libertà e, dall’altro, per il richiamo al principio di responsabilità degli intellettuali. Questo testo di Zola viene pubblicato per la prima volta integralmente così come lo aveva concepito il suo autore.
«Se chi mi legge non conosce ancora il J’accuse, che non aspetti tempo e non lo perda ancora con me leggendomi. Vada a quelle parole che, necessarie per Dreyfus e la Francia, lo divengono universalmente per chiunque sconti l’aggressione del potere. Perché anche le nostre notti non siano “ossessionate dallo spettro dell’innocente che espia laggiù, tra le più atroci torture, un crimine che non ha commesso”».
(dalla Prefazione di Roberto Saviano)
Theilard de Chardin: l'avvenire dell'uomo
Pierre Theilard de Chardin, L'avvenire dell'uomo, Jaca Book, 2011, 32,00 €
Per guardare all’avvenire dell’uomo, il
paleontologo Pierre Teilhard de Chardin legge l’evolversi della materia
nel tempo, del quale le scienze dell’Ottocento e del Novecento ci hanno
aperto nuovi orizzonti conoscitivi. Il tempo dell’evoluzione è
un percorso attraverso forme sempre più complesse che ci porta verso
l’uomo e verso la noosfera.
«Il passato», dichiara in una lettera dell’8 settembre 1935, «mi ha rivelato la costruzione dell’Avvenire». Lungi dall’azzardare concrete previsioni, da lui stesso dichiarate impossibili, sugli accadimenti futuri, Teilhard ritiene tuttavia legittimo, estrapolando le osservazioni fatte sull’evoluzione che ha preceduto il manifestarsi del pensiero nell’uomo, tracciare «le direzioni e le condizioni dell’Avvenire».
A questo proposito Norbert max Wildiers scrive: «La grande scoperta della sua vita era per lui proprio aver rivolto lo sguardo verso l’avvenire. Chi pensasse di espurgare dalle sue opere le considerazioni riguardanti il futuro o le escludesse come cosa di minor valore mutilerebbe di elementi essenziali la sua concezione del mondo» (Introduzione a Teilhard de Chardin, trad. it., milano 1962, p. 70).
Il Fenomeno umano, così come lo osserviamo e sperimentiamo, non si è fermato, ma è destinato a muoversi verso un ulteriore compimento individuale e collettivo. Di fronte all’Umanità si apre un lungo cammino di ulteriore genesi e maturazione alla cui realizzazione concorreranno le nostre scelte, la globalizzazione in atto, il modo di affrontare e gestire i problemi dell’educazione, della pace, dei diritti dell’uomo, della democrazia. E come prevedere la Fine della Specie e il raggiungimento di uno stadio Ultraumano? Questi molteplici temi costituiscono l’oggetto dei 22 saggi qui contenuti, nei quali si manifesta in modo evidente la Fede che Teilhard nutre nei confronti dell’Uomo.
«Il passato», dichiara in una lettera dell’8 settembre 1935, «mi ha rivelato la costruzione dell’Avvenire». Lungi dall’azzardare concrete previsioni, da lui stesso dichiarate impossibili, sugli accadimenti futuri, Teilhard ritiene tuttavia legittimo, estrapolando le osservazioni fatte sull’evoluzione che ha preceduto il manifestarsi del pensiero nell’uomo, tracciare «le direzioni e le condizioni dell’Avvenire».
A questo proposito Norbert max Wildiers scrive: «La grande scoperta della sua vita era per lui proprio aver rivolto lo sguardo verso l’avvenire. Chi pensasse di espurgare dalle sue opere le considerazioni riguardanti il futuro o le escludesse come cosa di minor valore mutilerebbe di elementi essenziali la sua concezione del mondo» (Introduzione a Teilhard de Chardin, trad. it., milano 1962, p. 70).
Il Fenomeno umano, così come lo osserviamo e sperimentiamo, non si è fermato, ma è destinato a muoversi verso un ulteriore compimento individuale e collettivo. Di fronte all’Umanità si apre un lungo cammino di ulteriore genesi e maturazione alla cui realizzazione concorreranno le nostre scelte, la globalizzazione in atto, il modo di affrontare e gestire i problemi dell’educazione, della pace, dei diritti dell’uomo, della democrazia. E come prevedere la Fine della Specie e il raggiungimento di uno stadio Ultraumano? Questi molteplici temi costituiscono l’oggetto dei 22 saggi qui contenuti, nei quali si manifesta in modo evidente la Fede che Teilhard nutre nei confronti dell’Uomo.
Lettere di Paolo a fumetti
Roberto Battestini, Lettere di Paolo - a fumetti, EDB, 2011, 8,00 €
Con immediatezza di tratto e di linguaggio,
nonché un pizzico di ironia che fa spesso sorridere, la
serie a fumetti Catecomics propone la Sacra Scrittura senza
tradirne profondità e significato. Gli adulti possono
cogliervi sfumature nuove, i ragazzi imparare - perché no -
con divertimento, i non credenti scoprire con stupore una storia
meravigliosa...
La serie prevede, per l'Antico Testamento, le uscite
di Genesi (2008), Esodo (2009), Salmi (2011) e
Profeti e, per il Nuovo Testamento, Il Vangelo di
Gesù (2008), Atti degli apostoli (2009),
Lettere di Paolo (2011) e Apocalisse.
Karl Barth... per chi non ha tempo
John R. Franke, Karl Barth... per chi non ha tempo, Claudiana, 15,00 €
John R. Franke ci traghetta abilmente verso il
pensiero di Karl Barth - ormai ritenuto da molti il più significativo e
influente teologo del xx secolo nonché uno tra i più grandi della storia
-, orientandoci tra il liberalismo teologico, la teologia della crisi,
l'opposizione al regime nazista e le posizioni della sterminata opera
maggiore, la Dogmatica ecclesiale, senza dimenticare l'eredità barthiana
per il nostro mondo.
Nonostante una vita in università, Barth non fu
mai, infatti, un teologo chiuso in una torre d'avorio, ma si rivolse
alla chiesa come prima destinataria del suo lavoro e considerò con
passione le sfide della vita e del pensiero contemporaneo, affermando
che l'insegnamento cristiano richiede la Bibbia in una mano e il
giornale nell’altra.
sabato 3 dicembre 2011
Francesco d'Assisi e l'etica globale
Martin Carbajo Nunez, Francesco d'Assisi e l'etica globale, Emp, 2011, 12,00 €
Il mondo globalizzato offre molte possibilità di comunicazione a distanza, ma crea anche particolarismi e discriminazioni. Come contribuire a creare un mondo più solidale e fraterno, senza esclusi? San Francesco d’Assisi e il pensiero francescano possono servire da ispirazione e da segno profetico per un’umanità riconciliata, che rispetti e salvaguardi la creazione. In questa linea, proponiamo l’ospitalità come la risposta etica più adeguata alle sfide della globalizzazione. La presenza dialogante e l’apertura all’Altro, agli altri e alla natura, sono una base sicura per costruire un futuro di speranza e una convivenza pacifica, rispettosa e arricchente tra civiltà, religioni e culture.
Il mondo globalizzato offre molte possibilità di comunicazione a distanza, ma crea anche particolarismi e discriminazioni. Come contribuire a creare un mondo più solidale e fraterno, senza esclusi? San Francesco d’Assisi e il pensiero francescano possono servire da ispirazione e da segno profetico per un’umanità riconciliata, che rispetti e salvaguardi la creazione. In questa linea, proponiamo l’ospitalità come la risposta etica più adeguata alle sfide della globalizzazione. La presenza dialogante e l’apertura all’Altro, agli altri e alla natura, sono una base sicura per costruire un futuro di speranza e una convivenza pacifica, rispettosa e arricchente tra civiltà, religioni e culture.
Paolo: il suo rapporto con le comunità cristiane
Francesco Bargellini, Paolo. Tra esegesi e spiritualità, Emp, 2011, 20,00 €
Il presente libro nasce dalle conferenze e dagli incontri tenuti dall’autore durante l’anno paolino, indetto da Benedetto XVI nel 2008. È una rielaborazione degli argomenti affrontati che spaziano dall’esperienza di Paolo come chiamato a quella di Paolo come inviato ad annunciare Cristo alle genti: - il «profilo spirituale» di Paolo - il suo apostolato - la sua vita prima di Damasco - l’intenso rapporto con le sue comunità. Un testo in cui si incrociano l’approfondimento esegetico, la spiritualità e, talora, anche un pizzico di curiosità e… di «audacia».
Il presente libro nasce dalle conferenze e dagli incontri tenuti dall’autore durante l’anno paolino, indetto da Benedetto XVI nel 2008. È una rielaborazione degli argomenti affrontati che spaziano dall’esperienza di Paolo come chiamato a quella di Paolo come inviato ad annunciare Cristo alle genti: - il «profilo spirituale» di Paolo - il suo apostolato - la sua vita prima di Damasco - l’intenso rapporto con le sue comunità. Un testo in cui si incrociano l’approfondimento esegetico, la spiritualità e, talora, anche un pizzico di curiosità e… di «audacia».
Gesù e il cristianesimo
Elizabeth McNamer-Bargil Pixner, Gesù e il cristianesimo. Il primo secolo a Gerusalemme, Emp, 2011, 20,00 €
La prima comunità giudeo-cristiana di Gerusalemme, la madre di tutte le chiese, ebbe vita breve: dal 33, data tradizionale della morte di Gesù, al 135, anno della definitiva distruzione di Gerusalemme per mano dei romani. Solo da qualche tempo i ricercatori hanno cominciato a studiarne l’evoluzione storica. Grazie alle ricerche di Bargil Pixner qui presentate con cura da Elizabeth McNamer, è ora possibile localizzare il quartiere di Gerusalemme (il Monte Sion cristiano) dove vivevano i primi cristiani, tutti provenienti dall’ebraismo e in contatto con gli esseni. I primi cristiani di origine ebraica scomparvero dopo il 135. La loro memoria, custodita solo nei brevi accenni degli Atti degli Apostoli, merita di essere rinvigorita dalle nuove conoscenze archeologiche e letterarie che vengono qui magnificamente illustrate e documentate.
La prima comunità giudeo-cristiana di Gerusalemme, la madre di tutte le chiese, ebbe vita breve: dal 33, data tradizionale della morte di Gesù, al 135, anno della definitiva distruzione di Gerusalemme per mano dei romani. Solo da qualche tempo i ricercatori hanno cominciato a studiarne l’evoluzione storica. Grazie alle ricerche di Bargil Pixner qui presentate con cura da Elizabeth McNamer, è ora possibile localizzare il quartiere di Gerusalemme (il Monte Sion cristiano) dove vivevano i primi cristiani, tutti provenienti dall’ebraismo e in contatto con gli esseni. I primi cristiani di origine ebraica scomparvero dopo il 135. La loro memoria, custodita solo nei brevi accenni degli Atti degli Apostoli, merita di essere rinvigorita dalle nuove conoscenze archeologiche e letterarie che vengono qui magnificamente illustrate e documentate.
giovedì 1 dicembre 2011
Le età della vita
Romano Guardini, Le età della vita, Vita e pensiero, 2011 (ristampa), 10,00 €
«Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore»: l’invocazione del Salmo 90 è la migliore introduzione a queste nitide pagine di Romano Guardini. Autentico gioiello di sapienza cristiana, esse aiutano a chiarificare un’esperienza attraversata da tutti e disegnano la parabola di una vita riuscita, dove ogni fase ha senso e valore insostituibili, sue crisi di crescita, equilibri e dinamismi peculiari. Guardini pubblica Le età della vita agli inizi degli anni Cinquanta e si rivolge quindi a un secolo che sta uscendo dalla stagione dei totalitarismi, tutti concordi nel celebrare il culto acritico della ‘giovinezza’, e sta inquadrando i suoi teenagers nel sistema dei consumi. Ma le sue riflessioni si adattano con straordinaria lucidità anche al nostro tempo, nel quale le differenti ‘età della vita’ sono cancellate a beneficio di un artificioso ‘vivere senza età’. Una sorta di bengodi dell’inesperienza si configura come la fissazione postmoderna, che non solo preclude alla saggezza della vecchiaia, ma impedisce di essere davvero giovani e davvero adulti in un mondo inchiodato su se stesso. Ogni età, ci ricorda Guardini, ha la sua bellezza singolare, che va colta e realizzata: è il segreto di una vita eticamente compiuta, affrancata dall’ansia per il tempo che scorre.
«Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore»: l’invocazione del Salmo 90 è la migliore introduzione a queste nitide pagine di Romano Guardini. Autentico gioiello di sapienza cristiana, esse aiutano a chiarificare un’esperienza attraversata da tutti e disegnano la parabola di una vita riuscita, dove ogni fase ha senso e valore insostituibili, sue crisi di crescita, equilibri e dinamismi peculiari. Guardini pubblica Le età della vita agli inizi degli anni Cinquanta e si rivolge quindi a un secolo che sta uscendo dalla stagione dei totalitarismi, tutti concordi nel celebrare il culto acritico della ‘giovinezza’, e sta inquadrando i suoi teenagers nel sistema dei consumi. Ma le sue riflessioni si adattano con straordinaria lucidità anche al nostro tempo, nel quale le differenti ‘età della vita’ sono cancellate a beneficio di un artificioso ‘vivere senza età’. Una sorta di bengodi dell’inesperienza si configura come la fissazione postmoderna, che non solo preclude alla saggezza della vecchiaia, ma impedisce di essere davvero giovani e davvero adulti in un mondo inchiodato su se stesso. Ogni età, ci ricorda Guardini, ha la sua bellezza singolare, che va colta e realizzata: è il segreto di una vita eticamente compiuta, affrancata dall’ansia per il tempo che scorre.
L'ora della speranza cristiana
Maria Ignazia Angelini, Prendere bene tutte le cose. L'ora della speranza cristiana, Vita e pensiero, 2011, 10,00 €
In questo tempo difficile e aspro, il registro del lamento rischia di permeare il nostro stare al mondo e di farci perdere il contatto con la realtà, tenuta a distanza dai deserti e i dirupi dell’insoddisfazione. Divenuta inaccessibile quella «terra piana» su cui i nostri passi possano fare affidamento nel cammino della vita, è facile che all’incertezza si accompagnino risentimento e critica. Rimedio a tale veleno dell’anima è «prendere bene le cose, per il lato giusto», coglierne il lato buono non in nome di un ingenuo ottimismo, ma in forza di una fiducia radicale nella bontà della vita. Questa adesione alla realtà non è certo semplice, specie nei passaggi più dolorosi dell’esistenza. Possiamo però farlo alla scuola di Gesù, seguendolo nel suo affidarsi anche nell’ora decisiva. E sapendo che in tale abbandono si può far conto sul Padre, che al Figlio dona la Vita che non tramonta.
Prendere bene tutte le cose consente di gustare l’avventura di vivere proprio così come essa si dà, anche in questo nostro tempo di crisi che può rivelarsi tempo benedetto di un nuovo inizio.
Maria Ignazia Angelini, è badessa del Monastero benedettino di Viboldone. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: Niente è senza voce. La vita monastica oggi (2007), Donne in cerca di Dio (2011).
In questo tempo difficile e aspro, il registro del lamento rischia di permeare il nostro stare al mondo e di farci perdere il contatto con la realtà, tenuta a distanza dai deserti e i dirupi dell’insoddisfazione. Divenuta inaccessibile quella «terra piana» su cui i nostri passi possano fare affidamento nel cammino della vita, è facile che all’incertezza si accompagnino risentimento e critica. Rimedio a tale veleno dell’anima è «prendere bene le cose, per il lato giusto», coglierne il lato buono non in nome di un ingenuo ottimismo, ma in forza di una fiducia radicale nella bontà della vita. Questa adesione alla realtà non è certo semplice, specie nei passaggi più dolorosi dell’esistenza. Possiamo però farlo alla scuola di Gesù, seguendolo nel suo affidarsi anche nell’ora decisiva. E sapendo che in tale abbandono si può far conto sul Padre, che al Figlio dona la Vita che non tramonta.
Prendere bene tutte le cose consente di gustare l’avventura di vivere proprio così come essa si dà, anche in questo nostro tempo di crisi che può rivelarsi tempo benedetto di un nuovo inizio.
Maria Ignazia Angelini, è badessa del Monastero benedettino di Viboldone. Tra le sue pubblicazioni si ricordano: Niente è senza voce. La vita monastica oggi (2007), Donne in cerca di Dio (2011).
Esploratori della fede cristiana
Michael Paul Gallagher, Mappe della fede. Dieci grandi esploratori cristiani, Vita e pensiero, 2011, 16,00 €
Nel mondo attuale l’esperienza della fede tende a non essere
più al centro della vita delle persone. Viene piuttosto considerata una delle
molte potenziali fonti di significato, e oltretutto non delle più attraenti. Ma
la partita è persa? O si possono trovare terreni e modi che, accogliendo la
sensibilità contemporanea, aiutino a riappropriarsi di quel desiderio di senso
che il modo di vivere prevalente è portato a spegnere?
È la sfida che Michael Paul Gallagher raccoglie in questo
libro, mettendosi alla ricerca appassionata di un nuovo programma di nutrimento
e riflessione spirituale che parli la lingua dell’uomo contemporaneo e ne
tocchi il cuore. L’idea, brillante e originale, è quella di fornire delle vere
e proprie ‘mappe della fede’, dei tracciati disegnati e lasciatici in eredità
da dieci grandi pensatori cristiani, scelti per l’attenzione speciale che hanno
rivolto alle esigenze del loro tempo e per la peculiare creatività delle loro
proposte: John Henry Newman, Maurice Blondel, Karl Rahner, Hans Urs Von
Balthasar, Bernard Lonergan, Flannery O'Connor, Dorothée Solle, Charles Taylor,
Pierangelo Sequeri, Benedetto XVI.
Dieci autori che, ciascuno con le sue sottolineature specifiche,
hanno assunto fino in fondo la sfida della modernità e ora della postmodernità.
E hanno risposto muovendosi nell’orizzonte dell’umano, indagando la possibilità
del credere prima ancora che i suoi contenuti, dando alla loro ricerca quello
spirito di dialogo e «simpatia immensa» verso il mondo che Paolo VI, chiudendo
il Concilio, aveva rivendicato nei confronti di un umanesimo profano e
rinunciatario.
Tutti questi ‘giganti’ sulle cui spalle saliamo fiduciosi si
sono interrogati sul senso della vita e sulla fede in un modo spesso difficile
da comprendere per i non specialisti. Proprio partendo da questa
considerazione, Gallagher ha ‘tradotto’ qui il loro pensiero in una lingua
accessibile, chiedendosi di volta in volta come ciascuno di loro avrebbe parlato
all’uomo d’oggi con il suo disorientato e spesso doloroso cammino verso la
fede.
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