Silvia Evangelisti, Storia delle monache, Il Mulino, 2012
«Un’anima pura consacrata a Dio non dovrebbe essere
esposta al costante contatto con gli esterni, neppure se si tratta dei
parenti, né loro dovrebbero recarsi presso di lei o lei presso di loro;
né dovrebbe udire ciò che non è appropriato, dire ciò che non le si
confà, o vedere ciò che potrebbe offendere la castità»
Cesario di Arles, Regula Sanctarum Virginum
Cesario di Arles, Regula Sanctarum Virginum
Fra Cinque e Ottocento, molto spesso per ragioni
economiche, le figlie della nobiltà finivano in convento. Se la storia
della monaca di Monza ci ha consegnato un’immagine nera della
monacazione, è anche vero che nel convento le donne trovavano
un’alternativa al matrimonio, e una vita forse migliore di quella che
avrebbero avuto nel mondo. Il libro racconta con chiarezza, attraverso
la voce stessa delle monache, com’era vivere in quel luogo protetto:
«repubblica» femminile, occasione di educazione e di fioritura artistica
e letteraria, il convento ha potuto essere contemporaneamente una
prigione e un’esperienza di emancipazione e libertà.
Nessun commento:
Posta un commento