Alain Demurger, Crociate e crociati nel Medioevo, Garzanti, 2012, 13,50 €
Il 27 novembre 1095 a Clermont, in Alvernia, papa Urbano II lanciò un
vibrante appello alla cristianità: bisognava liberare Gerusalemme e i
luoghi santi dalla tutela dei musulmani. Quel giorno fatidico iniziò la
storia delle crociate, destinata a durare fino alla metà del XIII
secolo. Anche se in realtà, come spesso accade, le cose furono un po'
più complicate. Perché Urbano II non pronunciò la parola "crociata", un
termine che all'epoca non esisteva ancora. Inoltre l'intero medioevo è
attraversato da movimenti collettivi, da pellegrinaggi di esaltati, da
guerre sante: diventa dunque difficile definire e circoscrivere l'ambito
delle crociate, e infatti il dibattito tra gli storici sulla loro vera
natura e sulle loro caratteristiche è ancora oggi assai vivace. Alain
Demurger esamina il rapporto tra le crociate e le "guerre sante", che
hanno insanguinato e insanguinano la storia. Da un lato le spedizioni
delle armate cristiane verso la Palestina somigliano per molti aspetti a
esperienze storiche antecedenti, come la grande offensiva
dell'imperatore bizantino Eraclio contro i persiani nel VII secolo o le
prime fasi della lenta riconquista della penisola iberica. Tuttavia le
crociate rappresentarono indubbiamente un fenomeno inedito: non fu solo
un'idea nuova, fu anche una pratica destinata a creare rapidamente le
proprie istituzioni. Il volume ricostruisce una vicenda storica
memorabile e controversa: risale alla nascita di questo sogno collettivo
e ne segue l'evoluzione.
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