Aristide Fumagalli, L'eco dello Spirito, Queriniana, 2012, 30,00 €
Sin dagli albori della storia, l’uomo avverte dentro di sé, benché
non come sua, la «voce della coscienza», che lo sprona o lo frena quando
pensa di fare qualcosa, lo accompagna o lo incalza mentre sta facendo
qualcosa, lo giudica e soprattutto lo rimprovera dopo aver fatto
qualcosa. A chi appartiene la voce della coscienza: a se stessi o ad
altri? E se ad altri, forse a Dio? Questa domanda, così antica eppur
sempre nuova, così universale eppur così personale, è posta a tema in
questo libro, nato dalla sofferta inquietudine e dall’irresistibile
fascino che il mistero della coscienza suscita nel campo della teologia
morale.
Nel confronto critico, attentamente ricostruito, con le più
classiche e incisive concezioni elaborate in ambito scientifico,
filosofico e teologico, viene proposta un’interpretazione della
coscienza morale che, superando la riduzione a una sola delle sue
dimensioni, antropologica o teologica, come pure ovviando al loro
semplice accostamento, la interpreta come «fenomeno relazionale», dovuto
cioè alla relazione tra lo Spirito divino e la libertà umana. La
sintonia o distonia della libertà nei confronti dello Spirito è ciò da
cui origina il mistero della coscienza morale, la quale può essere
meglio compresa come l’eco dello Spirito riflessa dalla libertà.
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